Pick and rool compresso tra Campionato e Coppa Italia, in campo il giornalista Sky Pietro Colnago. Nella settimana dove le grandi Siena e Milano hanno rialzato la testa in campionato, Varese si è ripresentata in gran spolvero nel derby di Coppa sbancando di nuovo il Forum eliminando i padroni di casa a loro volta tornati nel tunnel da dove sembrava si fossero affacciati sull’uscio.
“Che Siena, ma soprattutto Milano dovessero prima o poi rialzar la testa era ovvio. La Coppa sta però riavvolgendo il nastro confermando sotto i riflettori la Varese che abbiamo imparato a conoscere e Roma. Stasera vedremo chi terrà il loro passo”.
Pur sconfitta a Siena la Cimberio ha saputo ritrovare in pochi giorni la brillantezza che l’aveva caratterizzata fino al doppio infortunio che nel giro di otto giorni l’ha privata dell’asse Banks-Ere.
“A Siena la Cimberio ha pagato la fisicità di una Monte Paschi in versione Euro Lega. Oltre al fatto che aveva qualche giocatore non al meglio. Ma anche in quella partita storta la squadra di Vitucci non ha mai mollato restando viva fino alla fine”.
Dopo la sconfitta di Siena Vitucci ha chiesto ai suoi giocatori di affrontare l’avventura in Coppa pensando di essere l’ottava squadra classificata. Solo umiltà o un pizzico strategia?
“Quello che Vitucci ha detto ai suoi e alla stampa è ciò che si aspettavano tutti è ciè che il derby di Coppa Milano-Varese si fosse giocato a parti invertite. Come vediamo, la realtà dei fatti è ben diversa”.
Quindi possiamo davvero sperare di assistere a play-off finalmente equilibrati, con più protagonisti a contendersi lo scudetto?
“La pallacanestro mi ha insegnato a non dare mai niente per scontato. Io penso che le sorprese non mancheranno ma che saranno fondamentali due componenti: lunghezza e fame delle squadre. Avere un organico numeroso conterà ma ancora più importante sarà la fame dei giocatori. Giocare ogni due giorni per sette partite significa si stancarsi fisicamente ma anche mentalmente. La squadra capace di trovare in se stessa le energie per smaltire o nascondere questa stanchezza alla fine vincerà sia che giochi con sette o con dieci giocatori”.
Come ampiamente previsto Cantù sta pagando non poco il “conveniente” addio a Markoishvili. Ma con la penuria di talenti italiani è normale che una squadra si sia ricordata di un certo Mancinelli, capitano della nazionale azzurra a spasso, solo perché costretta a privarsi di un proprio straniero a tre quarti di stagione? 
“Assolutamente no! Mai avrei pensato che il capitano della nazionale italiana iniziasse la sua stagione in febbraio. Purtroppo nella nostra pallacanestro è successo anche questo. Le cose da cambiare e da rivedere sono tante. Vedere italiani in panchina o senza squadra è un peccato a qualsiasi livello. Il nuovo corso della Federazione è appena iniziato. Non ci resta che sperare”.

RB