Finora non è stata una stagione fortunata la sua. È iniziata nel peggiore dei modi con un infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per metà stagione. È rientrato, ha mostrato a tutti le sue qualità, per poi bloccarsi di nuovo. Adesso che è tornato in condizione, Nnamdi Oduamadi, vuole trovare continuità. Peccato che dopo Spezia dovrà saltare le due gare successive, Novara e Vicenza, per gli impegni con la Nazionale nigeriana.
Domanda d’obbligo: come ti senti fisicamente?
«Fisicamente sto bene, dopo il mio rientro ho saltato due partite, ma niente di grave. Ero un po’ affaticato. Adesso sono tornato in condizione e quindi sono pronto a far vedere il vero Odu».
La scorsa estate hai subito la rottura del tendine del retto femorale destro, è stato difficile stare lontano così a lungo dal campo?
«È stata molto dura perché un infortunio così grave non mi era mai successo. Ho vissuto una brutta esperienza e oltre al Varese, devo ringraziare il Milan che mi ha aiutato facendomi curare a Milanello. Mi ha fatto sentire molto importante».
Come sei arrivato al Milan?
«Dai 7 ai 16 anni ho giocato a Lagos, in Nigeria, paese in cui sono nato. Il Milan mi ha notato e mi ha portato in Italia. Ho passato quattro anni nel settore giovanile rossonero iniziando nella Berretti di Baresi per poi proseguire nella Primavera con Evani e Stroppa. Abbiamo vinto anche la CoppacItaliacdi categoria. È stato di enorme soddisfazione passare in prima squadra nell’anno dell’ultimo scudetto. Poter esordire in A (a San Siro contro il Catania ndr) è stata una delle emozioni più belle della mia vita».
La squadra ha poi deciso di girarti in prestito: l’anno scorso al Torino, quest’anno a Varese…
«La scorsa stagione è stata molto positiva per me. Sono cresciuto tanto e poi ho vissuto una grande esperienza conquistando la Serie A. Mi sono tolto la soddisfazione di segnare il gol promozione contro il Modena nella penultima giornata. Questa estate sono tornato al Milan che mi ha proposto di passare al Varese. Sono stato contento di venire qui perché ho trovato una buona società che sfiora la Serie A da diverse stagioni».
Quest’anno sarà la volta buona?
«Non lo so però noi ce la stiamo mettendo tutta. Io personalmente sono arrivato qua con l’obbiettivo di giocare, di fare tante partire e di aiutare la squadra come mi è successo lo scorso anno. Il mio inizio è stato un disastro, per questo spero ci sia un lieto fine».
Il tuo numero di maglia è il 7, lo hai scelto per un preciso motivo?
«Assolutamente sì, in onore di uno dei giocatori che più ammiro: Robinho che per me è come un fratello. Lo seguo da quando era al Santos e poterlo conoscere e condividere con lui la stessa squadra è stato uno dei miei più grandi sogni realizzati. Lo sento spesso e mi dà sempre buoni consigli».
Ad esempio?
«Quello di puntare sempre in alto senza mai sottovalutarsi».
Parlando del Varese, sono arrivate tre sconfitte nelle ultime quattro gare..
«È un periodo poco positivo, ma non intacca il lavoro svolto finora. Dobbiamo lavorare bene partita dopo partita senza abbatterci assolutamente, ma continuando a credere in quello che facciamo».
Com’è lavorare con il tecnico Castori?
«Si lavora sodo. È un bravo allenatore che mescola esperienza e istinto. L’ho affrontato la prima volta lo scorso anno quando allenava l’Ascoli e sono contento di poter lavorare con lui».
Quali sono i punti di forza della squadra?
«Tutti dicono che è il gruppo, per me invece sono anche le sue individualità. Compagni come Ebagua e Neto Pereira fanno la differenza in questa categoria. Conoscevo Giulio perché ci ho giocato lo scorso anno a Torino prima che andasse a Catania e sono felice di averlo ritrovato».
Arriva un periodo impegnativo: sabato la sfida a La Spezia, mercoledì quella casalinga con il Novara…
«Nonostante gli impegni ravvicinati non scenderemo in campo risparmiando le energie. Spezia è un campo difficile e l’avversario ha tanta voglia di tornare a vincere. Anche noi abbiamo questo obbiettivo e partiamo con l’intenzione di fare i tre punti, il pareggio non ci interessa. Vogliamo la posta piena. Purtroppo dovrò saltare sia Novara che Vicenza perché sarò impegnato con la nazionale Nigeriana alle qualificazioni per i Mondiali e tornerò domenica 24, quando la squadra sarà impegnata a Vicenza. I miei compagni non faranno sentire la mia assenza».
Cosa ti aspetti?
«Spero di fare bene qui a Varese per tornare al Milan, squadra con cui ho altri due anni di contratto. Ho già realizzato il sogno che avevo da bambino, quello di poter giocare in Europa».

Elisa Cascioli