Silvia Gazzola, 25 anni, giocatrice in standby della femminile di Cassano Magnago, attualmente si trova in Inghilterra in veste di ricercatrice in chimica e, proprio da lì, rivolge un incoraggiamento alle sue compagne di squadre che sabato alle ore 18.30 giocheranno contro le campionesse d’Italia del Salerno. “Dopo la sconfitta della prima partita contro Conversano, posso immaginare come si sentano. Sicuramente questa volta cercheranno di rifarsi. Il mio consiglio è che non si devono dimenticare che la forze della nostra squadra sta nel continuare ad essere unite nei momenti difficili. Basta mantengano l’unione e la serenità, la stessa che c’è stata l’anno scorso, e i risultati si vedranno, magari già sabato! Ogni partita è a sè, tutti partono da zero all’inizio del match, quindi basta giocarsela..e l’arma vincente è la squadra.”
Silvia Gazzola era l’ex capitano delle cassanesi a seguito dell’infortunio al ginocchio ha lasciato le redini della squadra a Laura Bagnaschi, l’attuale capitano. “Maura Maimone è sempre stata il mio capitano e quando se n’è andata Petazzi ha voluto che lo diventassi io, probabilmente perché c’ero da tanti anni, non so”
Il mio anno da capitano è stato molto duro perché era l’anno in cui in panchina avevamo Petazzi e agli allenamenti li guidava Robert Havlicek (per la prima gravidanza di Silvia Beltrame) ed entrambi contavano su di me per essere il punto di riferimento della squadra. Ho cercato sempre di dare l’esempio giusto”.
Per questa giovanissima giocatrice però non è stata tutta una discesa, anzi… ha dovuto lavorare sodo per conquistarsi il posto in squadra e la fascia “Ho iniziato a 10 anni alle elementari ed è li che ho conosciuto questo sport, la mia prima squadra era allenata dalla Patrizia Luoni! Ero credo la più scarsa della squadra ma avevo così tanta passione che non mi sono mai fatta abbattere dal fatto che nessuno mi calcolava. Ho fatto il primo anno in A2 completamente in panchina, davanti a me avevo giocatrici più forti di me e questo lo capivo ma credo che quell’anno mi abbia segnato. Mi sono detta: o smetto perchè non è il mio sport o continuo per dimostrare a me stessa che posso farcela. E cosí è stato. Con Nina ho imparato la difesa e almeno lì sono diventata brava, poi è arrivato Lillo e lui è stato il primo a mettermi nel ruolo di centrale. Nel primo allenamento mi prese in disparte e mi disse che secondo lui avevo la testa per farlo. Diventai il centrale della squadra e piano piano conquistai il posto da titolare anche negli anni successivi, nonostante fossi sempre l’ultima nella classifica marcatori (si fa una risata ndr).”
L’anno scorso però l’infortunio al ginocchio l’ha costretta al fermo, nonostante questo è rimasta unita alla squadra, ha seguito le compagne e ha tutte le intenzioni di ritornare a giocare prima possibile: “In italia rientrerò a marzo ma forse dopo andrò all’estero un’altra volta. Però l’idea di rientrare in rosa rimane nella mia testa, appena sarò di nuovo stabile tornerò, le mie scarpe azzurro fluo mi aspettano!”.

Federica Scutellà