Dopo i tanti successi ottenuti, l’ultimo arrivato lo scorso aprile in cui ha battuto due volte consecutive il record italiano di Joseph Davide Natullo (un record che resisteva dal 2009 e che era stato siglato nell’era dei “costumoni” gommati) diventando il primo italiano a scendere sotto il muro dei 52 secondi nei 100 delfino con 51”70, Matteo Rivolta è pronto ad affrontare una nuova avventura. Si sta preparando all’appuntamento clou di questa stagione agonistica: i Mondiali di Barcellona del prossimo luglio.
Matteo come procede la tua preparazione?
«Direi bene, l’entusiasmo non mi manca. Nuoto 2 ore e mezzo tutti i pomeriggi e al mattino tre volte a settimana. A questo aggiungo il lavoro in palestra che mi impegna due volte a settimana. Mi sento bene fisicamente e sono carico psicologicamente».
Dopo il tuo approdo al Team Insubrika Creval (Busto Nuoto), sei letteralmente esploso collezionando numerosi successi. Come sei arrivato alla “corte” di coach Gianni Leoni?
«Ho iniziato a nuotare a Busto Garolfo nella Nuotatori Milanesi dove sono rimasto per circa dieci anni, poi nel settembre del 2011 per una serie di motivi ho deciso di entrare a far parte del Team Insubrika e le cose sono andate subito bene. Nel giro di pochi mesi ho ottenuto grandi risultati».
Riassumiamoli: il bronzo nei 100 delfino ai Campionati Europei di Debrecen in cui è anche arrivato il titolo nella staffetta 4×100 mista; l’esperienza olimpica a Londra la scorsa estate (22esimo nei 100 delfino), i Campionati Mondiali in vasca corta di Istambul, lo scorso dicembre, con un 15esimo posto nei 100 delfino e un 20esimo nei 50. Per poi arrivare al record ai recenti Campionati Italiani Assoluti di Riccione. Ce ne è uno che più ti ha lasciato soddisfatto?
«Diciamo che sono esperienze diverse. Sicuramente il successo più inaspettato è stato quello agli Europei con il mio bronzo e l’oro nella staffetta. Quello più gratificante invece è arrivato agli Assoluti di Riccione in cui il record mi ha dato grandi conferme. Naturalmente l’emozione più grande l’ho vissuta alle Olimpiadi».
Hai sempre sognato di diventare un asso del nuoto?
«Diciamo che da piccolo, come tutti i bambini giocavo a calcio e sinceramente mi piaceva molto di più correre dietro un pallone rispetto all’andare in piscina. Poi ho capito che quella era la mia strada. Ci ha visto giusto mia mamma Emilia che mi ha spronato ad andare avanti nel nuoto, le devo molto».
Potresti lasciare il segno nella storia del nuoto italiano. Dove sogni di arrivare?
«Non mi piace pronunciarmi, sono prudente su questo. Spero di lasciare il segno. La mia tabella di marcia prevede di lavorare sempre di più e spero di togliermi qualche bella soddisfazione anche a livello internazionale».

 Elisa Cascioli