Varese-Pesaro non è stata solamente una partita di basket.
No, perché mentre la Cimberio costruiva la prima vittoria dopo sette sconfitte, gli Arditi in curva hanno intrapreso una battaglia personale prima nei confronti della squadra e poi anche verso il resto del pubblico presente al PalaWhirlpool.
I fatti. I primi 10 minuti di gioco si sono svolti in un clima particolare a causa della protesta silenziosa della tifoseria organizzata biancorossa nei confronti della squadra, rea di non impegnarsi abbastanza di fronte a coloro che hanno sempre sostenuto ed amato i colori biancorossi.
Ad inizio di secondo periodo la protesta ha poi preso nomi e cognomi. Nell’occhio del ciclone Frates e il finto malato Coleman ai quali è stato consigliato di fare le valige. Osannati invece capitan Ere, Adrian Banks e Renzo Cimberio, con quest’ultimo che ha rispedito seccamente ai mittenti il coro a suo favore non avendo gradito la protesta fin lì intrapresa dagli Arditi.
A questo punto quello che non ti aspetti: il resto del pubblico prende le difese della squadra, e il secondo quarto si trasforma in un batti e ribatti tra tifosi della stessa squadra che rende il tutto decisamente surreale. “Quando noi siamo in trasferta voi seduti sul divano sotto la coperta” dicono gli Arditi; “Buffoni” risponde la controparte.
Lungi da noi prendere posizione sulla questione, ma l’amore per una squadra deve unire, non dividere. “Varese nel cuore” non è una frase, piuttosto uno stile di vita che tanto ha fatto bene ad una squadra come quella biancorossa che nella sua storia ha avuto modo di primeggiare ovunque, anche dal punto di vista del tifo. L’unione fa la forza, anche e soprattutto in queste circostanze dove le cose non girano. Protestare è un diritto di chiunque, non dimentichiamolo, ma ora stringiamoci intorno a questa squadra che, pur avendo sbagliato in alcune circostanze, ha ancora molto da dire. Solo così torneremo grandi.

Ulisse Giacomino