“Vox populi, vox Dei”. Una vecchia citazione latina che sta a significare l’importanza di quanto detto dalla gente comune. Quattro parole messe insieme che dovrebbero diventare di assoluta importanza per il mestiere del giornalista. Ne costituiscono l’anima, nel senso che si dovrebbe pensare al contenuto di un articolo e non a scrivere un pezzo con lo scopo di accontentare la massa, facendosi paladini del luogo comune, pur di vendere qualche copia in più di un giornale o catturare qualche nuovo ascoltatore in una trasmissione. “Vox populi, vox Dei”: mi sono incuriosito a cercare nel mondo del web i commenti dei tifosi biancorossi alla difficile situazione che sta vivendo il Varese dopo la sconfitta di Carpi. Filtrando insulti e attacchi a dirigenti e giocatori emergono considerazioni di grande interesse e soprattutto la volontà di fare fronte comune per uscire dalle acque agitate in cui si trova la ciurma di Gautieri.
Chiarezza e trasparenza sono le principali richieste della piazza. La dirigenza deve intervenire in momenti come questo e non solo quando le cose vanno bene. Il presidente Laurenza è piaciuto (e probabilmente piace ancora) per le sue appassionate dichiarazioni sull’attaccamento alla maglia e alla bandiera. Milanese e Montemurro in coerenza con la loro scelta di cambio modulo (solo a giugno sapremo se a ragione) hanno cercato un sostenitore del 4-3-3 convinti di avere allestito una rosa adatta a questo tipo di gioco. Certo che le prime uscite di Gautieri lasciano un p0′ a desiderare. I risultati, vittoria sofferta e fortunata con il Cittadella, sconfitta a Parma in Coppa Italia (con un avversario di serie A che domenica ha costretto l’Inter al pareggio) e a Carpi contro una matricola non irresistibile, non sono esaltanti. Ma Gautieri un’attenuante ce l’ha: il tempo. Occorrono settimane per vedere la sua mano, almeno sotto il profilo del gioco. Quello che invece può fare da subito è dare uno scossone allo spogliatoio.
“Vox populi, vox Dei”: la gente ricorda ancora le squadre di Sannino e Maran. Non solo per le belle vittorie che hanno regalato, ma per le prestazioni tutto cuore e attributi delle loro formazioni. Che andavano al di là del valore tecnico del singolo. Se non ricordo male al carattere di quel periodo fece riferimento il presidente Laurenza in sede di presentazione della stagione in corso. E qui, andando contro corrente rispetto a molti commenti letti, mi trovo a ripercorrere la partita di Carpi. Ho visto un Varese che qualche timido segnale di vitalità l’ha dato. Incassato il gol di Sgrigna dopo soli quattro minuti (un fantasista con i suoi piedi manca a Gautieri), Lazaar ha fatto tremare l’incrocio di Nocchi con una bordata dalla distanza. Il conto dei legni è stato pareggiato ancora da Sgrigna (su punizione) prima del riposo. Con tutto il secondo tempo a disposizione per cercare la rimonta, i biancorossi si sono presentati in campo con le gambe molli e la mente annebbiata. Sarà un discorso di preparazione atletica? Anche per vedere i risultati del lavoro dello staff di Gautieri occorre tempo.
Del Carpi mi è rimasto in mente un giocatore in particolare: Lele Pesoli, non solo perché è un ex Sannino-boy. Ho visto la rabbia, la voglia di rientrare in partita dopo essere stato medicato e fasciato al capo per lo zigomo sanguinante in seguito a uno scontro di gioco. Fremeva perché è dovuto restare ai bordi del campo diversi minuti, voleva tornare nella mischia e riprendere a lottare con i suoi compagni. Questa voglia di non mollare, di correre e combattere fino al triplice fischio deve tornare a fare parte del DNA biancorosso. E non dipende dal valore tecnico del singolo ma dal carattere del gruppo, che contro lo Spezia dovrà dimostrare di essere tale. Uniti si risale e da oggi cominciamo un gioco nuovo: il conto alla rovescia dei punti che mancano a quota 50, la soglia della salvezza. Uniti si vince, anche contro il destino. Sabato prossimo a Masnago il Varese dovrà conservare la propria imbattibilità affrontando un pezzo del proprio passato. Rivas, Carrozza ed Ebagua, grandi e pericolosi ex, saranno emozionati a tornare in uno stadio dove hanno vissuto giornate indimenticabili. Facciamo in modo che questa sensazione si trasformi presto in delusione, per il risultato naturalmente. Dimenticavo il conteggio: -27.

Vito Romaniello
Direttore Agr