Anche il bambino più recalcitrante e imprevedibile, se gli date un puzzle di quelli con le tessere grandi come il palmo di una mano, prima o poi compone la figura corretta. Si fa pregare, tiene sulla corda, mescola a caso (o con un ordine tutto suo), chiede aiuto, sbaglia, corregge. Nella IFL sta accadendo la stessa cosa: a furia di tentativi, le squadre poco alla volta si stanno collocando nella posizione di partenza per i playoff, ma il disegno non è ancora completo. Il weekend ha raccontato storie di vario colore: dall’arancioverde degli Energy Building Dolphins Ancona, vittoriosi per 15-13 sui Warriors Bologna in una gara che mette ancora incertezza su tutte le posizioni del girone B al bordeaux/rosso porcellino (no, non lo cercate nella tabella pantone) degli Hogs Reggio Emilia, che battendo i MisterSex Lazio Marines, colpiti da tanti infortuni compreso quello del qb Anthony Gardner, si assicurano un posto nei playoff, escludendo proprio i romani; dal blu marinaio dei Seamen, che vincendo il derby 13-12 si garantiscono almeno il secondo posto (e dunque wild card game in casa), al neroargentobianco dei Panthers Parma, lucidissimi, domenica, nel battere 45-6 i Giants Bolzano.
In definitiva: solo i Marines sono certi di non fare i playoff, mentre il resto è tutto aperto. Nel girone B da assegnare tutte le altre posizioni, ricordando che in caso di arrivo alla pari tra Warriors e Dolphins la spunterebbero i Warriors, e tra Dolphins e Hogs avrebbero invece la meglio i primi. Nel girone A primo posto da assegnare a una tra Panthers e Seamen, terzo posto che invece uscirà dal duello tra Sampla Belting Rhinos Milano e Giants: duello non solo virtuale, dato che le due squadre si incontreranno nell’ultima giornata in casa dei Rinoceronti (d’ora in poi lo Stadio di Pero, tra l’altro). In caso di arrivo alla pari conterà la differenza punti tra i due scontri diretti, e i Rhinos partono dal +19 dell’andata, ma al momento il loro bilancio è 1-5 contro il 2-5 degli altoatesini (qualcuno dice ancora “altoatesini”, nella lingua corrente? Sì. Noi).

GIRONE A
SAMPLA BELTING RHINOS MILANO-SEAMEN MILANO 12-13 (6-0, 0-0, 6-7, 0-6) – Drammatica partita al Vigorelli, che pare fortunatamente vicino al rifacimento del campo di gioco sintetico, anche sabato reso insidioso dalla pioggia. Seconda vittoria dei Seamen nei derby 2013, con la conseguenza che avete già letto, ovvero Marinai sicuri almeno del secondo posto e di un ambitissimo turno di playoff in casa, Rinoceronti costretti a vincere tutte e due le gare rimanenti. Per i Rhinos un’altra partita produttiva dal punto di vista dell’andamento e delle cifre ma con errori che hanno spostato il risultato, e lo si capisce studiando la cronologia della partita, giocata di fronte a 1000 spettatori. Assente il quarterback Chris Forcier, infortunatosi la scorsa settimana a Parma, il titolare è ancora il 22enne Giovanni Silva, che viene alla fine intercettato due volte, ma non senza essersi reso protagonista di alcune buone giocate. Il vantaggio è proprio dei Rhinos con AJ Storms, chiamato a giocare running back con maggiore frequenza, in alternanza con l’ottimo Mattia Binda, per dare una mano a Silva: l’ex leader di Idaho State corre per 28 yard, dopo un ritorno di punt di Chauncey Calhoun che dà all’attacco un primo down proprio sulle 28 offensive, ma la trasformazione su calcio è sbagliata (6-0, 2’09” alla fine del primo quarto). Nel secondo periodo per due volte la difesa dei Rhinos ferma i Seamen a una yard dalla end zone, nel secondo caso dopo un intercetto di Filippo Turrin sulle 27 difensive, e dopo un intercetto di Shawn Abuhoff ancora i Marinai non trovano il tempo di mettere in pericolo il vantaggio dei cugini. Nel 3° quarto subito un colpo di scena: snap difficoltoso, Silva non riesce a controllare la palla, che rotola e viene infine raccolta dal defensive end dei Seamen Matteo Pegoraro, che la riporta in end zone per 63 yard. Il calcio di Stefano Di Tunisi porta al 7-6 per gli ospiti a 9’30” dalla fine del terzo periodo, ma il punteggio cambia poco dopo grazie a uno sprint di Binda per 8 yard preceduto da uno slalom di Storms per 65, ma la trasformazione da 2 punti non riesce e il punteggio è 12-7 Rhinos a 6’24” dalla fine del 3° quarto. Nell’ultimo periodo di nuovo un cambiamento di risultato, con il td pass di Jordan La Secla per Gianluca Santagostino, 24 yard. Niente trasformazione e 12-13 a 10’54” dal termine: dunque molto tempo, nel quale i Rhinos commettono un errore sullo snap per un punt, con palla ai Seamen sulle 19 offensive a 3’45” dalla fine. Calhoun intercetta sulle 5 a 2’13” dalla fine riaccendendo le speranze dei padroni di casa, che però non si traducono in realtà per via di una difesa Seamen pronta alle soluzioni escogitate dai Rinoceronti.

PANTHERS PARMA-GIANTS BOLZANO 45-6 (28-0, 10-0, 0-0, 7-6) – Non possiamo dire che sia stata una passeggiata, per i Panthers, per un motivo molto semplice: usare un’espressione del genere vorrebbe dire mancare di rispetto a chi sul campo ha dato tutto per creare uno scarto simile – e si parla dei parmigiani – o per impedirlo, pur senza successo, ed è ovviamente il caso dei Giants. In grave difficoltà fin dal primo drive, concluso da Tommaso Monardi con un lancio di 25 yard per Ryan Christian (9’41”, 7-0). I Giants cedono il possesso non completando un lancio al 4° down e Parma colpisce di nuovo, con una qb sneak di Monardi per 1 yard a meno 4’42” del primo quarto, e nel resto del primo quarto di fatto si apre il vantaggio decisivo per i campioni d’Italia: Alessandro Malpeli Avalli segna con una corsa zigzagante di 52 yard (21-0, 1’42”), e a 15” dalla fine del quarto segna Christian con un ritorno di punt di 77 yard (28-0). Nel 2° quarto i Giants perdono Jermaine strong per infortunio alla spalla, e subiscono altri 10 punti: un field goal di Vergazzoli da 41 yard (31-0, 7’48”) e un passaggio di Monardi ricevuto da Jared Karstetter per 31 yard (2’45”). Abbiamo menzionato solo giocatori di attacco dei Panthers, fino ad ora, per raccontare le segnature, ma grande protagonista della partita è stata la difesa di Parma, che ha tolto fin dall’inizio a Chris Ownes, il quarterback bolzanino, il tempo di lanciare, costringendolo, quando non veniva atterrato in sack (in evidenza Simone Bernardoni e Luca Fontanili), a lanci affrettati o fuori equilibrio (o entrambi), e l’ultima azione del primo tempo, con Owens steso proprio da Fontanili, è stata quasi un emblema della partita. Nel secondo tempo, scattata la mercy rule (il tempo non viene quasi mai fermato, quando lo scarto è superiore ai 35 punti), segnano ancora Malpeli Avalli bruciando l’erba con una sweep di 1 yard e per Bolzano il qb Davide Turotti, entrato al posto di Owens, da analoga distanza. 

GIRONE B
ENERGY BUILDING DOLPHINS ANCONA-WARRIORS BOLOGNA 15-13 (9-0, 3-7, 3-0, 0-6) – Grazie degli applausi. No, più forte, non sentiamo ancora. Ma va bene lo stesso: del resto avere predetto una partita spettacolare e interessante non è un grande merito, dato che per farlo bastava avere visto anche solo dieci minuti di gioco delle due squadre. Che hanno appunto dato vita a una bella gara di fronte a un pubblico da playoff, qualunque cosa ciò voglia dire. Con i Dolphins al 4/4 in casa, ma che proprio nel finale non riescono nel tentativo di segnare il field goal che avrebbe dato loro una vittoria di 5 punti e dunque parità assoluta con i bolognesi, nel caso di identico bilancio finale. Il calcio è di Enrico Leonardi, che però in precedenza ha segnato per 42 yard a inizio partita (3-0), dopo un intercetto di Gabriele Ballerini al secondo lancio della partita da parte di Rob Curley, per 33 yard alla seconda azione del 2° quarto (12-0) e per 19 yard per il 15-7 del 3° quarto. In mezzo, il touchdown di Mitch McGrath con una splendida ricezione acrobatica sulla strettissima marcatura di Walter Peoples, per un totale di 22 yard e il 9-0. La riscossa dei Warriors parte con palla in favorevole posizione di campo: l’attacco Guerriero chiude un 4° down con una ricezione di Marco Piva e varca il cancello della end zone con Jordan Scott da 10 yard, trasformata da Matteo Guerra per il 12-7 che è anche il risultato all’intervallo. Nel 3° quarto ottimo drive dei Dolphins, grazie a uno scatenato Michele Marchini, ma dopo un lancio incompleto e un altro, sempre su Marchini, fermato a 2 yard dal touchdown è Leonardi a segnare il 15-7. Punteggio che resta tale dopo un field goal sbagliato dai Warriors a fine 3° periodo, con partita ancora apertissima e una sola segnatura di differenza tra le due squadre. E il pareggio sembra avvicinarsi a inizio 4° periodo, quando i bolognesi prendono palla sulle 30 Dolphins, in seguito a un brutto punt e a un fallo dello special team dorico: dopo un primo down chiuso dagli ospiti la difesa di casa reagisce bene e costringe gli ospiti a giocarsi un 4° tentativo, sul quale Curley, nonostante la pressione, lancia dalle 18 yard per Mario Panzani che raccoglie per il touchdown (15-13). La trasformazione da 2 viene però intercettata da Leonardi, che poco più tardi fallirà un field goal. Palla ancora ai Warriors che cercano un gioco a sorpresa per il lancio lungo su Mattia Parlangeli che però non arriva sul pallone per pochissimo, e sul loro ultimo drive, contro una difesa ora priva dell’infortunato Roman Vikhnin, i bolognesi danno l’impressione di accontentarsi dello scarto, calciando un punt. Mancano 28” alla fine e i Dolphins ci riprovano, ma il loro rapido avanzamento viene vanificato dall’errore di Leonardi. Vittoria comunque piena di significati, e ora una settimana per tirare il fiato, prima della trasferta in casa dei Marines.  

HOGS REGGIO EMILIA-MISTERSEX LAZIO MARINES 27-0 (6-0, 14-0, 7-0, 0-0) – Playoff certi per gli Hogs, stagione solo da finire con dignità per i Marines. È, seccamente, il risultato della partita di sabato sera a Scandiano, nella quale i padroni di casa, vincendo con uno scarto di 27 punti e dunque maggiore rispetto al -18 dell’andata, hanno fatto in modo di mettersi al sicuro da ogni dubbio in caso di arrivo a pari classifica con i romani. Che hanno avuto una partita tipica della loro annata: grande potenziale, occasioni perse, infortuni. In primo luogo quello del quarterback Anthony Gardner, che nell’occasione di una finta di punta 2’ dalla fine del 2° quarto ha riportato la rottura del tendine d’achille della gamba destra, per la quale verrà operato a Roma lunedì. In più, l’uscita di Matteo Silvestri per un problema muscolare, che ha ulteriormente smagrito un roster già massacrato dai problemi fisici. Per Reggio, che in settimana aveva staccato dal muro il quadro dell’offensive coordinator Marco Brizigotti sostituendolo con… nessuno – in realtà con una gestione dell’attacco affidata all’head coach Daniele Rossi con l’ausilio di Massimiliano Mai e Gianluca Fiorillo – e che ha cercato la faticosa strada verso un miglioramento. E a dirla tutta, i 27 punti segnati – 6 però sono della difesa – per una squadra che prima del kickoff ne aveva segnati 52 in tutto sono manna dal cielo, anche se è ancora faticoso l’approccio con un gioco di lancio costante. Le marcature le apre Sha-ron Edwards, il cui stato di forma è cresciuto col passare del tempo, con una poderosa corsa di 8 yard non trasformata (6-0) a 9’57” dalla fine del 1° quarto. Subito dopo un fumble di Erik Pedersen dà la palla ai porcellini a metà campo, ma ne consegue solo un punt, come sui tre drive successivi. Il 2° quarto si apre con un altro punt dei Marines, che dà agli Hogs il possesso sulle loro 26: subito Edwards riceve l’handoff, accelera superata la linea di scrimmage e vola verso un touchdown di 68 yard, con calcio ancora bloccato, per il 12-0 a 7’20” dalla fine del 2° quarto. La mazzata per i Marines arriva subito dopo: su un secondo down dalle 26 difensive lo snap per Gardner è alto, il quarterback cerca di recuperare il pallone alle sue spalle ma nella mischia lo riperde, e a furia di rotolare l’ovale arriva nei pressi della end zone, dove Jamail Berry lo afferra per il terzo touchdown della serata, che con la trasformazione di Davide Maestri porta al 20-0 a 5’56” dalla fine del 1° tempo. Nel drive successivo Marco Dalla Bernardina intercetta Gardner, poco dopo è però il Marine Davide Cascio a fare lo stesso con Marco Lazzaretti, ma sul drive conseguente arriva l’infortunio di Gardner, che da lì in poi costringerà i romani a schierare come qb Kellen Pruitt, agile di gambe e pronto al lancio (notate alcune buone ricezioni di Simone Pratesi), ma con traiettorie spesso lente che lo porteranno a essere intercettato da Huffman (dopo due tocchi) e da Berry in end zone, a testimonianza del fatto che i Marines hanno più volte saputo avanzare. A inizio ultimo quarto arriva l’ultima segnatura con Edwards, che corre 17 yard, con trasformazione di Nicolò Iotti per il 27-0 di una serata allietata dal numero 33 di Ultrafootball, la fanzine-rivista, arrivata al 30° bizzarro anno di vita, e questa volta dedicata a un ritratto-presa in giro del qb e cb Lazzaretti.

Ufficio Stampa IFL
(Shawn Abuhoff dei Seamen Milano, foto di Dario Fumagalli)