Giorgia Bizzaro è un nome che ai più forse dirà poco, ma tra le Tempeste ed in casa Blue Storms risuona forte in campo e fuori. E’ il linebacker delle Tempeste; gioca in difesa perché per sua stessa ammissione “in attacco c’è troppo da sapere”. Si sta per laureare in Design all’accademia di Brera e fino ad un paio di anni fa di football americano non sapeva nulla, ma ha contribuito con la sua grinta alla nascita della squadra delle Tempeste.
Ciao Giorgia, partiamo con le domande di rito: come ti sei avvicinata al mondo del football? Qual è il tuo ruolo? E cosa ti piacerebbe fare in alternativa?
“E’ iniziato tutto circa un anno e mezzo fa. Ho iniziato accompagnando un’amica a vedere qualche partita del suo ragazzo che giocava nei Blue Storms e mi sono ritrovata, qualche mese dopo,  ad allenarmi nella squadra delle Sirene non essendoci ancora una realtà in rosa nei BS. Dopo pochissimi mesi di allenamento ho dovuto, per diversi motivi,  abbandonare sia la squadra che uno sport che mi aveva appassionata in così breve tempo. A settembre dello scorso anno però ho saputo della formazione di una nuova squadra  di football americano femminile a Busto. La cosa ha destato subito il mio interesse, sia perché volevo tornare a praticare questo sport sia perché la nascita di una squadra è una sfida che avrei affrontato volentieri. Ad ottobre  abbiamo iniziato gli allenamenti; eravamo un gruppo eterogeneo, ma abbastanza scarno (7 o 8 ragazze) e, a parte me, nessuna aveva già praticato questo sport. Piano piano abbiamo preso confidenza con la palla ovale, cementando il rapporto tra noi,  e io sono finita a giocare Linebacker; è un ruolo che mi piace e in cui mi ritrovo molto. L’unico altro ruolo nel quale mi piacerebbe mettermi alla prova sarebbe la SAFETY.  L’attacco non lo prendo nemmeno in considerazione: troppe cose da sapere e poi mi è sempre stato detto di essere l’esatto prototipo del giocatore di difesa: polemica e testarda!”.
Come ci dicevi la squadra delle Tempeste è nata da poco, ma avete deciso comunque di partecipare ad un campionato.
“Sì esatto, la squadra  è nata a settembre, e ad ottobre abbiamo iniziato ad allenarci. Ma da subito il gruppo  si è dimostrato coeso e molto unito.  Siamo nate e cresciute in breve tempo, abbiamo dovuto rimboccarci le maniche autofinanziandoci con un “party raccogli-fondi” ed un calendario, per permetterci l’acquisto dell’attrezzatura necessaria per poter iniziare a picchiarci duro! (Giorgia ride). A parte gli scherzi, grazie alla grande volontà e all’impegno siamo riuscite a picchiarci, ehm.. allenarci con casco e spalline, da febbraio. Come puoi capire la decisione di partecipare al campionato non è stata facile e non è stata nemmeno presa alla leggera, ma allenarsi un intero anno senza confrontarsi con nessun’altra squadra se non tra di noi sarebbe stato poco costruttivo e non avrebbe permesso ai nostri coach di capire quanto siamo migliorate nel tempo e quanto potremmo migliorare ancora, quindi apprezzo molto la decisione di partecipare; è un’ottima sfida contro noi stesse, per permetterci di provare a  superare i nostri limiti.
Non abbiamo deciso di partecipare al campionato con la convinzione di vincere, abbiamo partecipato per metterci alla prova; giochiamo a tackle da 3 mesi e affrontiamo squadre nettamente piu’ forti di noi, squadre che si allenano insieme da anni e hanno maggiore esperienza. Prendiamo il campionato di quest’anno come un “allenamento” sia mentale che fisico, un modo per migliorarci, confrontarci e abituarci a muoverci in campo. Le sconfitte le affrontiamo con il giusto spirito e cerchiamo di imparare dalle altre squadre che hanno molto da insegnarci”.
Stanno pesando le sconfitte sullo spirito di squadra e su quello societario?
“La sconfitta per noi sarebbe abbatterci per i risultati negativi in campo. Ogni partita giocata, ogni azione fatta bene per noi è un traguardo, una vittoria… Abbiamo perso tutte le partite e siamo ultime in classifica è vero, ma non è una cosa che scalfisce il rapporto interno della nostra squadra. La squadra senior già da tempo ci ha preso a cuore ed ogni tanto ci aiuta durante gli allenamenti dandoci utili consigli e botte gradite. Peraltro, nell’ultimo periodo, sono arrivate ragazze nuove che, come noi a settembre, vogliono provare a giocare a football. Questo ci fa piacere, perché significa che nonostante le sconfitte, anche pesanti, che abbiamo subito, come l’ultima contro le Black Marines, le nuove ragazze continuano a darci fiducia, forse anche perché,  come ho detto una volta:  ”OLTRE CHE DELLO SPORT, TI INNAMORI SOPRATTUTTO DI NOI!”. E loro si sono innamorate”.
Come avete accolto in squadra il gemellaggio con la squadra delle Sirene?
““ONE TEAM! “(urla e ride). Le Sirene non raggiungevano un numero adeguato per poter partecipare al campionato e ci è stato chiesto di parteciparvi insieme. Ben venga! La loro esperienza e la nostra voglia di confrontarci hanno fatto in modo che si creasse questo, come lo definiamo noi, “ONE TEAM”. Ci alleniamo insieme una volta a settimana e devo dire che, nonostante il poco tempo che condividiamo, si è creato un ottimo rapporto.
Come vedi il futuro del football femminile?
“E’ indubbiamente uno sport in forte ascesa,; si sono create parecchie squadre negli ultimi mesi su tutto il territorio nazionale, ma rimane purtroppo molto di nicchia e noto a pochi.  Mi piace pensare di far parte di una delle squadre che ha partecipato al primo campionato di football Americano femminile italiano, spero si continui anche l’anno prossimo e che le squadre partecipanti aumentino;  spero possano mettersi alla prova come abbiamo fatto noi quest’anno e che pratichino questo sport con passione, perché intravedono un futuro, come lo vedo io”.

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