Iniziò la sua avventura sulla panchina della prima squadra del Varese dopo l’esonero dell’attuale coordinatore tecnico del settore giovanile del Varese Mario Belluzzo. Stamattina da Malpensa, Devis Mangia inizia la sua avventura al Campionato Europeo in Israele alla guida della nazionale azzurra under 21. Nell’ultima amichevole di preparazione nel ritiro di Milanello il CT azzurro ha ritrovato la “Primavera” biancorossa guidata dalla panchina da mister Belluzzo.
“Varese mi ha portato e mi porta bene porta – racconta Mangia – sono felice di aver trascorso questi giorni di preparazione in provincia di Varese, in una struttura d’eccellenza come Milanello, ritrovando sul campo la maglia biancorossa di una squadra grazie alla quale sono arrivato fin qui”.
Oltre che al Varese il riferimento è chiaramente per la “Primavera” vice campione d’Italia con la quale Mangia conquistò stima e considerazione del coordinatore delle squadre nazionali giovanili Arrigo Sacchi.
“Dopo la finale scudetto persa con la Roma ai calci di rigore squillò il cellulare – ricorda Mangia – era quel signore lì (indica Sacchi seduto a pochi passi da lui) Mi disse che gli sarebbe piaciuto affidarmi una squadra azzurra. Com’è andata lo sapete”.
Nei giorni del ritiro pre-europeo, oltre alle polemiche tipiche della psuedo cultura sportiva italiota, dal cancello di Milanello è entrata una ospite particolare. Nel presentarla ai suoi ragazzi ha parlato di “una persona speciale da far conoscere ad un gruppo speciale”. In un mondo come quello del calcio di casa nostra è ancora possibile ritagliare spazi come quello dedicato alla schermitrice paralimpica Bebe Vio?
“Premesso che non ho mai considerato lo sport che amo un mondo a parte. So di poter contare su un gruppo che ha grandi valori. Non avessi avuto questa convinzione non avrei chiesto a Bebe, portatrice sana di valori enormi, di venire a trovarci nel nostro ritiro. In questi giorni ho martellato i ragazzi chiedendo continuamente forza di volontà, spirito di sacrifico, la determinazione a non mollare mai. Nel nostro incontro Bebe e i suoi genitori hanno materializzato tutti questi valori regalandoci emozioni e insegnamenti che hanno arricchito tutti noi, staff e giocatori, prima come persone e poi come professionisti”.
Ha un piede sull’aereo e tra pochi giorni farà il suo esordio in un Campionato d’Europa alla guida della nazionale italiana. Cos’ha in testa?
“Eh, bella domanda – sospira sorridendo il CT – il primo pensiero condiviso con tutti i miei giocatori è quello di partire determinati a dare il massimo in ogni gara. Obiettivi e ambizioni sono legati unicamente a come affronteremo questa prestigiosa manifestazione dove l’Italia può vantare ottimi precedenti”.
In poco più di un anno dalla sua nomina ha guidato poco più di 40 allenamenti. Un numero che da allenatore di club raggiunge in un mese e mezzo. Come ci si adegua?
“Confesso che all’inizio l’ho pensato come un problema. Per un allenatore l’allenamento è pane quotidiano. Amando questa professione ho ribaltato il mio punto di vista in positivo e mi sono detto: pensa quanto tempo ho sprecato in passato! Scherzi a parte, dal punto di vista professionale il tempo ridotto ti aiuta a capire quali sono le priorità. Ovvio che qualsiasi allenatore vorrebbe avere tempo per curare ogni minimo dettaglio, In quest’ultimo ritiro abbiamo ottimizzato il tempo a disposizione curando molti particolari sapendo bene quanto sarà importante prestare grande attenzione per ciò che abbiamo curato di più ma anche per ciò che forzatamente abbiamo guardato di meno”.
Ma quel ragazzotto di belle speranze diventato allenatore sui campetti della periferia milanese prima e varesina poi come si trova in un Centro Sportivo come Milanello?
“Il primo giorno sono arrivato in grande anticipo perché volevo esser sicuro di non perdermi tra un campo e l’altro. Devo un grande ringraziamento alla Federazione e naturalmente al Milan per avermi concesso il privilegio di lavorare in una struttura dov’è difficile far male! Quando si è ospiti di un posto come questo l’unico pensiero è quello di dare il massimo come persone nei rispettivi ruoli”.
E dopo l’europeo che ne sarà di Mangia?
“Sicuramente andrò al mare perché almeno in estate lo preferisco alla montagna. Dopo di che tornerò a casa mia a guardarmi le partite seduto in poltrona davanti alla tv e poi mi troverò con i dirigenti della Federazione per discutere del futuro. Oggi, ogni mio pensiero è per il presente e per il Campionato Europeo che tutti insieme andiamo a giocare”.
Colleghi e addetti ai lavori. Nel vederla sulla panchina della nazionale under 21 saranno più i gufi o coloro felici per dove è arrivato Devis Mangia da Cernusco sul Naviglio?
“Chiunque sia appassionato di calcio deve augurarsi che questa squadra onori la maglia che indossa rappresentando al meglio il nostro Paese in una competizione internazionale. Ogni altra eventuale ‘piega’ del genere umano non merita nessuna considerazione”.

RB