Non solo FIGC. E’ questo il pensiero della nostra redazione che da questa stagione ha deciso di dare spazio a realtà minori ma altrettanto valide e sentite, quali le squadre che partecipano al Campionato di calcio a 7 del CSI Varese. L’agonismo, l’organizzazione, il supporto dei tifosi e anche il campanilismo non mancano di certo e alla base di tutte le società di cui ci occuperemo c’è una forte passione per lo sport e per i valori sani che ancora oggi riescono ad essere trasmessi. In questo mondo del pallone legato agli oratori, l’obiettivo numero uno è divertirsi, stare insieme, coltivare amicizie e per centrarlo è indispensabile una buona dose di volontariato e collaborazione.

La “vetrina” sul Campionato CSI ha il suo battesimo con la Virtus M.d.P. (Madonna dei Poveri) di Castano Primo, squadra che nella scorsa stagione ha trionfato nel Campionato di Eccellenza e ora può esibire orgogliosamente sulle maglie biancoazzurre lo scudetto del CSI.
La Virtus è partita dai campi spelacchiati della serie inferiore nel 1997, anno della sua fondazione; grazie ai buoni risultati e alla tenacia della società, campionato dopo campionato è risalita di categoria e ha raggiunto l’Eccellenza, la massima serie, dove da alcuni anni veleggia nelle prime posizioni in classifica. “Era qualche stagione, ormai, che puntavamo alla vittoria finale –spiega Alessandro Crespi, neo allenatore della Virtus- e finalmente l’anno scorso siamo riusciti centrare il bersaglio grosso. Dato che molti giocatori avevano già deciso di appendere le scarpe al chiodo al termine della stagione, più di una volta ci siamo ripetuti ‘ora o mai più’ e siamo contenti di essere riusciti ad aggiudicarci il campionato con merito”. È stato un cammino lungo quello dei biancoazzurri, in cui non sono mancate le difficoltà e le sconfitte, una su tutte il pesante k.o. per 5 a 0 rimediato in casa del Sacromonte 1993, la rivale diretta: “Forse è stata propria quella sconfitta ad averci dato lo stimolo per non mollare e concentrarci per le ultime sfide -continua il mister-. E il nostro ottimismo è stato ben ripagato: ci siamo laureati Campioni Provinciali all’ultima giornata, vincendo a Mezzana a casa degli allora ancora Campioni in carica del Gallo Cafè, mentre il Sacromonte, a cui bastava un pareggio, ha perso contro l’Audax. Abbiamo così potuto coronare il nostro sogno sportivo inseguito da tanti anni”.
Di diritto, la Virtus ha partecipato a giugno alle fasi Regionali dove si scontrano i campioni di tutte province lombarde ed è uscita con onore ai quarti di finale per mano dei più attrezzati comaschi dell’Az Pneumatca. “Abbiamo pagato l’inesperienza a più alti livelli, ma posso dire che è stata una bellissima avventura quanto a squadre incontrare, centri sportivi in cui abbiamo giocato e ad agonismo che abbiamo visto esprimere. Inoltre, ho notato con piacere molto fair play in campo”.
La squadra si è presentata quest’anno alle prime due giornate di campionato molto rinnovata. Alcuni elementi importanti per il gioco e per l’unità del gruppo hanno smesso per impegni di lavoro, di famiglia o per “raggiunti limiti d’età”, ma nuovi giocatori giovani sono già in rampa di lancio, vogliosi di ben figurare in un gruppo consolidato. Darà un prezioso contributo in campo anche l’allenatore dell’anno scorso che in questa stagione ha deciso di rimettersi le scarpe con i tacchetti e di scendere di nuovo in campo; percorso inverso, invece, per il nuovo mister, Alessandro, che si cimenta per la prima volta in questo ruolo per lui inedito, ma sarà facilitato dal conoscere molto bene l’ambiente e lo spogliatoio biancoazzurro. I primi risultati fanno forse storcere un po’ il naso ai tanti tifosi che assiduamente seguono i propri beniamini al “Bunker Virtus” e in trasferta; nelle prime due giornate sono, infatti, arrivati due segni X contro l’Or.Ma. Masnago e G.S. Orcellese, ma questi pareggi non devono preoccupare: “Riconfermarsi sarà indubbiamente difficile, ma sono sicuro che ci toglieremo ancora grandi soddisfazioni; onoreremo il titolo e proveremo a fare al meglio delle nostre possibilità puntando sempre sul nostro marchio di fabbrica, ossia cercare di esprimere un bel gioco attraverso la forza del collettivo dentro e fuori dal rettangolo verde”.

Laura Paganini
(foto di  Emanuele Gambaro)