Alla fine ha ottenuto, in parte, ciò che voleva.
Termina la protesta di Emanuele Pesoli, ex giocatore del Varese condannato a tre anni di squalifica nell’ambito del processo sul Calcioscommesse, che nella giornata di oggi ha sciolto le catene che da sabato scorso lo tenevano legato di fronte alla sede della FIGC.
Non è riuscito ad ottenere il confronto con Carobbio e Gervasoni ma, grazie alla mediazione dall’avvocato Rodella, il difensore classe ’80 di Anagni ha ottenuto l’attenzione di Giancarlo Abete che lo accoglierà venerdì nella sede della Federazione per un colloquio.
“Sono stato visitato stamane dal medico e mi ha obbligato a mangiare qualcosa – ha spiegato Pesoli all’ANSA – Ma ho interrotto la mia protesta anche perchè mi ha chiamato nuovamente il vicepresidente della Federcalcio Demetrio Albertini, e mi ha manifestato la sua massima sensibilità. Ho deciso allora di tornare a casa dai miei figli ed attendere l’incontro con il presidente Abete. Penso sia la cosa più responsabile da fare”.

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