Non servono molti ingredienti per vivere un’avventura: buona volontà, un progetto valido e…una vespa!
E’ partito così, quasi per caso, il viaggio di Lorenzo Triacca, varesino doc di 23 anni che dopo la laurea in “Linguaggio dei media”, ha deciso di vivere la propria impresa visitando, a bordo della sua mitica Vespa ET 3 125, una zona del mondo misteriosa ed affascinante, ai più sconosciuta, come quella dei Balcani, preso, forse, da quel pizzico di follia e di incoscienza tipica dei giovani.
Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia e Grecia, le zone visitate, in un viaggio denominato “??? ??? ?????” che richiama evidentemente la volontà di raggiungere e “conquistare” l’antica Costantinopoli, la moderna Istanbul; il tutto, scritto e documentato all’interno di un blog (http://lorenzogoestoturkey.wordpress.com/) che per Lorenzo è diventato un vero e proprio diario di viaggio utile a lui, innanzitutto, ma anche a chi, da Varese, è attratto dal cammino e dagli avvenimenti che quotidianamente lo vedono protagonista in prima persona.
Quale è il piano del tuo percorso e quali le tempistiche?
“Sono partito il 4 maggio da Varese – esordisce – Ho attraversato Slovenia, Croazia, Serbia e Bulgaria. Ora sono in Turchia e conto di tornare a casa verso la fine di luglio o i primi giorni di agosto passando per la Grecia dove prenderò un traghetto per Ancona”.
Cosa ti ha spinto a fare questo viaggio e quando l’hai deciso? E perché proprio in vespa?
“Una volta laureato avevo bisogno di staccare un attimo, mettermi in gioco e viaggiare. Avevo e ho un lavoretto che però può aspettarmi e mi sono detto “quando mai mi ricapiterà l’occasione di poter fare un viaggio di tre mesi?!” Era da quasi un anno che ci pensavo e poi, con il passare del tempo, ha preso forma e sembianze sempre più nitide fino al giorno sella partenza. Ho scelto la vespa perché mi trasmette un senso di libertà unico, e poi non c’è mezzo migliore per attraversare questi luoghi. Guidando piano hai la possibilità di godere del paesaggio e di entrare veramente in contatto con la gente”.
Che problemi hai dovuto affrontare durante il percorso?
“Senza dubbio il problema più grosso è stato quando mi sono trovato in Serbia con l’albero motore rotto. È stata una settimana dura ma alla fine, anche con parecchia fortuna, ne sono uscito bene. Anche la pioggia che mi ha accompagnato per le prime tre settimane è stata un problema”.
Tra le città che hai visitato, quale ti ha colpito maggiormente in positivo e in negativo?
“Sicuramente Istanbul non ha deluso le aspettative; è una città fantastica. Anche Sofia è stata una piacevole sorpresa, non mi aspettavo fosse così carina. Sono rimasto invece deluso da Belgrado…sarà che nei tre giorni che ci ho passato ha piovuto parecchio, ma devo dire che non mi ha entusiasmato”.
I posti che hai visitato sono molto lontani da noi, non solo geograficamente, ma anche culturalmente. Hai trovato analogie con il “nostro mondo”?
“E’ stato un lento distacco da quello che possiamo definire l’Europa vera e propria, nonostante questi paesi facciano parte del Vecchio Continente. Dalla Slovenia, talmente precisa ed ordinata che mi ha ricordato un po’ la Svizzera, piano piano arrivi ad assaporare quello che mi piace definire il caos balcanico. Ho trovato alcune analogie ma sicuramente una grande differenza: una cultura del rispetto nei confronti del viaggiatore, forse più che del turista, che a mio avviso in Europa non c’è, o quantomeno non così forte. Se in una giornata di viaggio in Serbia fai tre soste e non riesci mai a pagare il caffè perché insistono tutti per offrirtelo, qualcosa di diverso c’è. Non voglio generalizzare ma questa è sicuramente una delle cose che mi colpito di più”.
Ripensando agli obiettivi che ti eri posto all’inizio del viaggio, puoi dire di averli realizzati interamente oppure c’è ancora qualcosa che devi fare?
“Obiettivi prefissati non ne avevo, se non dal punto di vista della strada. Volevo arrivare ad Istanbul e ci sono arrivato; ora l’unico vero obiettivo è tornare a casa…speriamo di raggiungere anche questo! Credo che se si decida di intraprendere un viaggio del genere, porsi degli obiettivi sia quasi limitante, si rischia di rimanere deluso; non si sa mai cosa puoi trovare di giorno in giorno. Se proprio devo scegliere un obiettivo è quello di portare a casa, umanamente parlando, il più possibile. Al mio ritorno lo saprò dire meglio”.
Stai già pensando ad un’altra avventura per il prossimo anno? hai intenzione di visitare nuove mete sulla sella della tua vespa?
“Viaggiando di idee ne vengono molte. Verrebbe voglia di partire e non fermarsi più. Purtroppo, però, bisogna fare i conti con parecchie cose; vedremo”.

Marco Gandini