Pierluigi Montauti è il nuovo volto proposto alla dirigenza della federazione Italiana di Pallamano. La cosiddetta “cordata della grande famiglia dell’handball” ha organizzato un’alternativa alla dirigenza attuale proponendo come candidato il Professor Pierluigi Montauti di Teramo. “Ho assistito ad un lento, quanto inesorabile declino della pallamano italiana che si trova, oggi, esclusa da tutti i principali appuntamenti sportivi quali Olimpiadi, Campionati mondiali ed europei – così si legge dalle dichiarazioni del candidato sul sito dedicato alla Grande Famiglia dell’Handball (www.famigliahandball.altervista.org ) -.  L’obiettivo è quello di riportare l’handball ai suoi migliori livelli e di accrescerne le potenzialità, chiamando a rapporto tutti coloro che nel corso degli anni e nei differenti ruoli (atleti, dirigenti, allenatori, arbitri), ne hanno rappresentato l’eccellenza, per realizzare una Grande Famiglia dell’Handball, che divenga punto di riferimento e momento di promozione del movimento pallamanistico nazionale.” I consiglieri che gli siederanno accanto sono stati scelti in base al ruolo che hanno ricoperto negli ultimi 15-30 anni, mostrando impegno e passione per il bene della pallamano, tra cui Paolo Zanovello, presidente della pallamano Cassano Magnago H.C. Il professor Montauti è anche organizzatore dell’Interamnia World Cup, che nell’arco dei trascorsi 40 anni, ha portato ben 8.034 squadre, composte da giovani atleti (dai 9 ai 21 anni) provenienti da 107 nazioni, in rappresentanza dei 5 continenti.
Elezioni e gerarchia – Al termine di ogni quadriennio olimpico si svolgono le elezioni di tutte le federazioni sportive. Ogni società, per eleggere il proprio presidente, ha diritto a un voto per l’affiliazione, più altri punti, provenienti per esempio da titoli vinti o serie di campionato di appartenenza, che sommati costituiscono voti. Al vertice di ogni federazione vi è un Presidente e due vice presidenti, di cui uno vicario. Sotto questi vi sono due consiglieri rappresentanti eletti dai sette consiglieri che compongono il Consiglio. In più vi sono due rappresentanti atleti uno maschile e uno femminile, scelti dagli atleti stessi e un componente tecnico, scelto dagli stessi allenatori.
La situazione attuale – Nella federazione italiana di pallamano il gruppo dirigente è in carica da 4 legislature. Da 16 anni dunque non vi è un cambio ai vertici e addirittura nelle ultime due elezioni non sono state proposte alternative elettive all’attuale establishment. Il problema qual è? Il problema si concretizza in un sostanziale logoramento del sistema stesso interno alla pallamano, basti guardare i dati più significativi: negli ultimi vent’anni la regressione del numero di società è impressionante, si passa da 631 club nella stagione 1991-92 al 178 club nella scorsa. Questo dato è certamente un campanello d’allarme che dovrebbe far capire la portata del problema.
Le proposte – Il candidato a consigliere federale Zanovello informa che “Le proposte di questa Grande Famiglia si articolano in trenta punti, noi riportiamo quelli più significativi. – Si propone una rigenerazione del campionato a seguito delle recenti riforme avvenute la scorsa estate e non gradite dalla gran parte delle società. La costituzione di un unico campionato di massima serie maschile ha portato solo malcontento generale e dispendio di energie economiche per chi, come il Cassano, ha investito molto lo scorso anno per la promozione in Elite. La riforma invece sarebbe stata ottimale solo per i campionati femminili che, trovandosi in una situazione alquanto disperata, avrebbero potuto risollevarsi e costituire dei gironi più corposi, l’A1 di oggi si trova con solo 5 squadre. – Si intende poi rivalutare il programma dei tecnici: oggi chi volesse la qualifica di allenatore di primo livello, quindi un insegnamento basico, deve sobbarcarsi un percorso di 72 ore, spesso in trasferta. Prima invece era solo di 30 ore. Diverso è il discorso di chi vuole allenare squadre nella massima serie dove è necessaria una preparazione eccellente. Ecco che la proposta sarebbe quella di ritornare alle 30 ore con cui si possa insegnare questo sport a livello giovanile/scolastico. – Altro punto importante è la revisione del progetto Futura nato lo scorso anno. Questo progetto aveva come presupposto quello di prelevare dalle società italiane, giovani atlete (dai 16 ai 20 anni) e farle crescere a livello agonistico, formando la nazionale italiana femminile di pallamano, in prospettiva delle olimpiadi Brasile 2016. Ma se il presupposto era questo, come mai in squadra sono presenti over 26? E una non italiana al momento dell’integrazione nel gruppo? – Infine il rispetto del regolamento per tutti è uno dei punti cardini di questa Grande Famiglia dell’Handball. Il motto che gira in questi anni tra le società italiane è “la legge per gli amici s’interpreta, per il nemico si applica”. È il caso successo a molte società. Il regolamento prevede che si abbiano delle squadre giovanili in base al campionato di serie di appartenenza. Ad esempio il Derthona, che non aveva il numero congruente di squadre giovanili, è stato multato e penalizzato nel campionato attuale di 6 punti , mentre il Teramo che si trovava in una posizione simile non ha subito alcun tipo di multa e di penalizzazione. Inoltre questa nuova cordata vuole, tra gli altri progetti, un programma più organico delle nazionali, la possibilità di integrare la pallamano per disabili, cosa che a Cassano si sta già facendo, e istituire un organo di consulenza che permetta ai dirigenti di facilitare la gestione delle attività sportive, nonché una revisioni in chiave semplificativa delle “carte federali”, ossia dei vari regolamenti che strutturano la vita associativa, oggi parzialmente complicate e talvolta di difficile interpretazione. La nuova cordata vuole inoltre prendersi cura anche delle piccole società e piccole realtà che rappresentano la linfa vitale di questo sport e che garantiscono una crescita a livello agonistico degli atleti, oggi spesso abbandonate alla loro esclusiva iniziativa” .

Federica Scutellà