La nuova avventura di Devis Mangia è ufficialmente iniziata. Il nuovo tecnico della Nazionale azzurra Under 21 è stato presentato questa mattina presso la sede del Consiglio Federale. L’allenatore di Cernusco sul Naviglio è andato a sostituire Ciro Ferrara, che è diventato il nuovo allenatore della Sampdoria. Il suo debutto sulla panchina degli azzurrini è fissato per il prossimo 15 agosto nell’amichevole contro l’Olanda a Leeuwarden. Il 6 e il 10 settembre poi l’Under 21 affronterà a Casarano Liechtenstein ed Irlanda per ottenere la qualificazione ai playoff del prossimo Europeo di categoria.
Insolito l’abbigliamento, elegante con tanto di giacca e cravatta, consueto invece il sorriso sul suo volto sul quale, almeno apparentemente, non si intravedono segni di emozione. Alla sua destra colui diventato ormai il suo padre sportivo, Arrigo Sacchi, alla sua sinistra niente pò pò di meno che  il Presidente della FIGC Giancarlo Abete e poco più in là il vice Presidente Demetrio Albertini.
Caro Devis Mangia da Cernusco sul Naviglio, se l’estate scorsa a Palermo ti capitò una bella favola quella ufficializzata oggi cos’è?
“Una nuova fantastica avventura. Prima di tutto voglio ringraziare chi mi ha voluto per svolgere questo prestigioso incarico, in primis Arrigo Sacchi. Ho solo un modo per ricambiare lui e la Federazione di tanta fiducia: lavorare sodo. Prima di me su questa panchina si sono seduti nomi illustri conquistando grandi successi. Ferrara ha iniziato un nuovo corso ed ora tocca a me far tesoro del suo lavoro e continuare sulla stessa linea”.
Come allenatore della Primavera, dal Varese saresti dovuto andare all’Inter e invece scegliesti Palermo ritrovandoti poi in serie A, prima delfino e poi vittima di Zamparini. Nel frattempo hai superato a pieni voti con lode il supercorso e ora sei il CT della Nazionale Under 21. Hai avuto il tempo per pensare a ciò che ti è successo nell’ultimo anno e mezzo?
“Ho fatto fatica anch’io a ‘starmi dietro’. L’estate scorsa, durante le finali del campionato Primavera con il Varese mi arrivò una telefonata in albergo. Era Arrigo Sacchi che mi faceva i complimenti per il gioco dei miei ragazzi al cospetto di squadre ben più quotate. Subito pensai ad uno scherzo. Per convincermi che quella telefonata fosse vera ci volle qualche giorno. Poi arrivarono le telefonate di Sogliano prima e di Zamparini poi per dirmi che avrei dovuto allenare in serie A. Mi sembrò sempre di sognare. Trovarmi qui oggi seduto ad un tavolo tra Arrigo Sacchi, il Presidente Abete e Demetrio Albertini è una sensazione difficile da spiegare. Meglio non pensarci e mettermi subito al lavoro”.
Un lavoro ben diverso da quello quotidiano a cui era abituato e per di più, pur nella necessità di raggiungere risultati, sempre in funzione della squadra maggiore.
“Ripeto, prima che un lavoro allenare è la mia passione. Anche quando si allena una squadra Primavera si deve tener conto delle necessità della prima squadra. E’ stato così al Varese e direi con ottimi risultati per entrambe le squadre. Con Prandelli ho già parlato. Massima collaborazione e unità di intenti”.

R.B