La prima panchina azzurra per Mangia è in programma il giorno di Ferragosto in Olanda per una gara amichevole. Uno dei numerosi incontri internazionali voluti e programmati dal responsabile tecnico delle nazionali giovanili Arrigo Sacchi per ogni rappresentativa azzurra a partire dall’Under 15 al fine di distribuire ai giovani talenti italiani confronto ed esperienza.
La nomina di Devis Mangia è farina del sacco dell’uomo di Fusignano.
“Mia ma non solo. Ma prima di tutto voglio ringraziare Ciro Ferrara e Angelo Peruzzi per il lavoro svolto. Se tanti giovani sono stati protagonisti nelle loro squadre e lo sono anche durante l’attuale mercato nonostante solo un paio d’anni fa non giocassero nemmeno in serie B, penso che il merito vada anche a Ciro e Angelo ai quali auguro un in bocca lupo per la strada intrapresa. Preso atto del loro scelta abbiamo convenuto che per proseguire il cammino intrapreso Devis Mangia fosse l’allenatore migliore. Con lui siamo convinti di poter condividere la nostra filosofia e il motto che caratterizza il metodo vincente adottato nel calcio giovanile spagnolo con i risultati sotto gli occhi di tutti: “a comandare è il gioco”.
Un motto che ha caratterizzato anche la sua carriera di allenatore ben prima dei suoi amici iberici. Quindi sa bene che in una cultura come quella italiana è una bella impresa.
“Era il mio credo da allenatore e lo è ancor più oggi da dirigente federale. Lo stesso del Commissario Tecnico Cesare Prandelli che sta svolgendo un ottimo lavoro anche a livello di prima squadra. Qualcuno dopo la sconfitta con la Spagna mi ha chiesto ‘mister dove abbiamo sbagliato?’, la mia risposta è stata ‘abbiamo fatto più di quanto era nelle nostre possibilità’”.
Finalmente potremo dire “i giovani sono il nostro presente” e non più “il nostro futuro”?
“Nel recente passato nell’Under 21 giocavano ragazzi con al massimo una decina di presenze in serie A messi a confronto con nazionali straniere formate da coetanei con duecento presenze nei rispettivi club. Ora le cose sono migliorate anche se non abbastanza. Noi pensiamo alle nostre rappresentative nazionali come un unico blocco, dall’Under 15 alla prima squadra. Dirigenti e tecnici parlano la stessa lingua. Certo, il nostro calcio è in forte ritardo. In Italia solo la Juventus ha iniziato ad occuparsi in toto dei giovani. Scuola e calcio. Cultura generale e cultura sportiva. Verratti in Francia è per me un dispiacere. Costava troppo? Se una nostra grande l’avesse preso in dicembre o prima sarebbe costato molto meno. Nel calcio moderno un secondo o un metro in più o in meno ti fanno vincere o perdere. In campo e fuori. Non dobbiamo fermarci. Abbiamo molto da recuperare. Il come si vince deve diventare più importante della vittoria”.