Si sono disputati nello scorso fine settimana al Lido di Jesolo i campionati italiani di scherma riservati alla categorie Cadetti e Giovani, rispettivamente sotto i 17 e i 20 anni. In palio i 12 titoli nazionali delle tre armi (sciabola, fioretto e spada), femminili e maschili. Teatro delle gare (che hanno visto in pedana i migliori 800 schermitori italiani) la recente e funzionale struttura  del Pala Arrex, mentre la regia organizzativa è stata affidata al Circolo Scherma “Livio di Rosa” di Mestre.  La “delegazione” della Società Varesina di Ginnastica e Scherma  si è presentata in riva all'Adriatico con cinque atleti: Micol Lecci, Gilberto Pozzi, Domenico Bonsanto nella categoria Giovani,  Marco Lecci e Francesco Bonsanto tra i Cadetti. Va detto che questi ultimi hanno incrociato le lame anche tra i più grandi, potendo vantare anche in quella graduatoria un ottimo piazzamento che ha appunto loro permesso di battersi per ambedue i titoli.

Il risultato di squadra è stato certamente positivo con il quinto posto di Marco Lecci a fare da top score anche se con una punta di rammarico pensando alla brillantissima vittoria di Marco quindici giorni orsono al Torneo Internazionale di Pisa, valevole per il circuito europeo Cadetti, conseguita battendo abbastanza agilmente nelle eliminatorie il futuro Campione Italiano di Jesolo. Ma si sa, nello sport la proprietà transitiva non è mai stata un valido elemento di giudizio, specialmente in una disciplina come la scherma (e la sciabola in particolare) dove in alcuni frangenti diviene determinante l'aspetto psicologico (ancor più dei muscoli o della grinta) capace di essere pesante come un macigno se non gestito al meglio.

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