Don Luciano: “Mario è nei nostri cuori”. La mamma della fidanzata Anna: “Sappiamo che non ci vuoi tristi”. Gli amici suonano due canzoni di Ligabue: “Il giorno di dolore che uno ha” e “Non è tempo per noi”


Si sono svolti questa mattina i funerali di Piermario Morosini nella sua Monterosso, in provincia di Bergamo. La chiesa era affollatissima, così come l’esterno del sagrato dove è stato apposto un maxischermo per permettere a tutti i presenti di poter assistere alle esequie dello sfortunato giocatore deceduto sabato a Pescara. In prima fila i familiari più stretti, la fidanzata Anna, i cugini e la zia, distrutti e impietriti per la scomparsa di Piermario.

Sul feretro c’era la sua maglia numero 25 del Livorno, oltre a quella dell’Atalanta, la società che lo ha cresciuto e lo ha lanciato nel grande calcio. E insieme alle sciarpe e alle maglie anche il Vangelo, aperto proprio sul brano che narra la Resurrezione di Gesù, lo stesso poi letto durante la messa.
Tante le presenze di personaggi illustri del mondo del calcio, da Abete a Prandelli, passando per Ciro Ferrara e Pierluigi Casiraghi. C’era anche Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B, oltre a Macalli della Lega Pro. Presenti anche tutte le società di Serie A e parecchie di Serie B, impossibile nominare tutti.

“MARIO E’ CON NOI” – Però è la giornata di Piermario Morosini, così come ha sottolineato Don Luciano parroco e amico fraterno dello sfortunato ragazzo: “Davvero Mario è nei nostri cuori. Io non ho paura e siamo qui non solo per Mario ma con Mario”. Durante l’omelia Don Luciano ha ricordato Morosini con parole dolci, come era lui, raccontando il suo modo di essere e di vivere. Toccante un passo della sua predica che racconta, in una frase da lui stesso pronunciata, chi era Mario Morosini: “Quando gli ho chiesto come avesse fatto con tutto quello che aveva passato, mi ha risposto: ho avuto più motivi per dire grazie che per lamentarmi”. Anche Don Luciano ha faticato nel trattenere la commozione per un ragazzo che ha visto crescere tra le mille difficoltà che la vita gli ha messo davanti e per questo molto tenere e ricche d’affetto le parole che ha pronunciato all’inizio del suo discorso: “Dolce amico mio, timido compagno mio, ripartiamo da te e dalla tua bellissima vita in mezzo a noi”.
Poco dopo il rito della Comunione gli amici più stretti di Morosini hanno imbracciato le loro chitarre e hanno suonato e cantato le canzoni che Mario più amava, entrambe di Ligabue: “Il giorno di dolore che uno ha” e “Non è tempo per noi”. A cantare con loro anche Anna, la giovane fidanzata, che stringeva tra le mani una piccola fotografia dell’amore della sua vita.

Prima della benedizione finale il momento più toccante con la mamma della fidanzata Anna, Mariella, a salire per prima sul pulpito della chiesa e a ricordare Piermario con poche frasi, decisamente emozionanti: “Sappiamo che non ci vuoi tristi, ma col sorriso. Grazie per l’amore che hai dato alla nostra Anna. Rimarrai sempre con noi. Ti chiedo un’ultima cosa, da lassù non mi chiamare “Signora”, chiamami mamma. Ti vogliamo bene”. Mentre lo zio di Morosini, fratello della mamma, si è inginocchiato davanti alla salma del nipote. Poi la bara è stata portata all’esterno della chiesa dagli stessi amici con i compagni di squadra del Livorno schierati, ordinati, sul sagrato ad applaudirla. Così come tutta la Curva Nord atalantina, unita ai tifosi del Livorno che hanno intonato cori per Piermario Morosini, salutandolo per l’ultima volta.

f.l. (federica@varesesport.com)