È stato un convegno basato sul confronto e sulla ricerca di soluzioni quello che si è svolto ieri a Villa Recalcati. “Donna: atleta e mamma”; questo il titolo dell’incontro organizzato dalla Consigliera di Parità della Provincia di Varese Luisa Cortese, in collaborazione con Regione Lombardia, Provincia di Varese, Agenzia del Turismo e CONI.
Un evento per fare il punto della situazione su quello che si è fatto fino a ora, a proposito della parità di diritti tra uomo e donna nello sport e soprattutto una ricerca di soluzioni attraverso il confronto. A tentare di dare risposta a queste domande l’Onorevole Manuela Di Centa, campionessa olimpica, dirigente sportiva e, dal 2006, deputato membro della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione.
“Purtroppo bisogna ammettere che fino a oggi non si è fatto molto per i diritti delle atlete italiane – confessa l’Onorevole -. Ancora molte, troppe federazioni del nostro che dovrebbe considerarsi un paese civile non offrono alcun tipo di garanzia nei confronti delle proprie atlete che dovessero rimanere incinta. Mi sento molto vicina a questo tema, pur non essendo mamma, e ho voluto farmi portavoce del disegno di Legge sulle norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per le atlete e non professioniste”.
In Italia infatti molte delle nostre atlete, tra le quali le pallavoliste e le praticanti degli sport invernali, perderebbero il lavoro se dovessero aspettare un figlio e le rispettive federazioni non attuerebbero un piano di tutela nei loro confronti.
“Questo progetto che portiamo avanti – continua l’ex olimpionica – risponde sia ad un imperativo morale di parità di diritti tra uomo e donna, sia ad un’esigenza reale di fermare i cosiddetti “aborti silenziosi” ai quali le atlete italiane purtroppo a volte ricorrono per continuare a lavorare”.
Noemi Cantele ha portato la propria esperienza sia di atleta sia di rappresentante delle cicliste italiane nell’ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani); non solo la maternità, anche in ambito economico e normativo in generale c’è molto da fare.
“Per noi ora il primo problema – spiega Noemi – è quello di fare chiarezza sul nostro status di professioniste al pari degli uomini.
Ovviamente anche per quanto ci riguarda la maternità continua a rimanere un problema; molte decidono di diventare madri a carriera finita o smettere pochi anni prima di ritirarsi”.
Presenti al dibattito anche il presidente dell’ACCPI Amedeo Colombo, il presidente del Comitato provinciale della Federazione Ciclistica Italiana Roberto Beninato e Mario Minervino, componente struttura tecnica nazionale FCI.
Non solo ciclismo, ma anche il mondo del canottaggio, della pallacanestro, del pugilato, degli sport invernali e del comitato paralimpico sono stati rappresentati grazie alla presenza di atlete varesine del calibro di Sara Bertolasi, Anna Colombo, Paola Grizzetti e Angelica Toia.
All’evento sono intervenute anche Ivana Pederzani,  docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha regalato ai presenti cenni storici riguardanti questo argomento; Giada Tonellli, Presidente Centro Studi Psicologia dello Sport, e Sara Ciapparella,  coordinatrice del liceo “Marco Pantani” di Busto Arsizio, che ha presentato il progetto dell’istituto tra studio e sport.

Annalisa Gianoli