Pina: ciao Tina, ti sei liberata del tuo amato Cecco?
Gina: hai detto bene Pina : amato. Una volta! E il tuo Beppe?
Pina: che domande!? Il mio come il tuo consorte sono in trans-agonistica per quanto sta combinando il Varese.
Gina: agonistica? Ma se per tutta la settimana il Cecco è lavoro e poltrona!
Pina: si ma lo sai com’è l’italiano medio quando parla della sua squadra: “giochiamo, vinciamo, ecc.” Il fatto che la partecipazione avvenga da seduti, in tribuna o davanti al televisore, diventa un aspetto secondario…
Gina: va bè, comunque ti confesso che l’entusiasmo che c’è in giro mi rallegra. Era un bel po’ che non succedeva. 1000 tifosi in trasferta come a Cremona mi sa che non ci sono mai stati. Comunque, l’anno scorso calcio e basket insieme. Quest’anno ancora il calcio e, almeno nell’ultima domenica a Masnago, anche il basket. Insomma, mi verrebbe da dire che anche in questa città qualcosa si muove.
Pina: dai su, più di qualcosa. Ci fosse meno ipocrisia sarebbe ancora meglio ma, come diceva Agnelli agli operai della Fiat :”l’importante nella vita è sapersi accontentare.”
Gina : me lo ripeto anch’io, ogni volta che vedo il mio Cecco sprofondato in poltrona, in canottiera, che russa a bocca aperta. Il Varese, invece, è bello anche da vedere.”
Pina: oh Signur! Non dirmi che sei già diventata allenatore?
Gina: oohh Pina, va che stai andando indietro eh! Parlo degli uomini!!! Ma l’hai visto il Sannino? Non ti sembra il 007 dei nostri tempi? Come si chiamava…ah si, Sean Connery!
Pina: oddio…tutta sta somiglianza non la vedo ma, niente da dire, è un bell’ometto. Mi hanno detto che cura molto il suo fisico, corre molto e, grazie a quel biondo stralunato del Ristorante “Montello”, mangia sano e beve con moderazione. Trovando i tifosi in festa al suo rientro con la squadra da Cremona, non ha trattenuto le lacrime. Sentimentale e verace. In una parola : napoletano
Gina: te capì com’è informata la Pina! Ti pensavo più attratta dal Presidente, il Rosati.
Pina: ma va là! Semmai il Montemurro. Non avesse come compagna una splendida donna, un pensierino lo farei ma, non c’è gara.
Gina: non ho parole…vai vai, continua. Ti ascolto
Pina: basta. Ho finito. Per chi mi hai preso? Il Sogliano, non so perché ma, mi ispira affetto materno. Con quelle gambette lì che sembrano l’entrata del Gottardo. Il resto della truppa ha l’età dei miei figli. Sarò fuori moda ma…ogni frutto ha la sua stagione.
Gina: uella, che filosofa!
Pina: saltiamo di palo in frasca. Abbiamo visto anche il G6. Guarda tè cosa s’è inventato il Maroni per imbiancare Palazzo Estense e mettere a posto i giardini
Gina: mi hanno detto che il Giorgetti c’è rimasto male. L’avessero fatto al Franco Ossola, potevano risolvere la questione stadio.
Pina: ma dai, cosa pretendeva il Giorgetti? Che senso avrebbe avuto portare un vertice del genere in uno stadio?
Gina: ma lassa stà! Senso e ragione sono due parole che a Varese come nel resto del mondo valgono poco. Dai un senso alla testa di Alfredo Binda buttata lì, all’entrata del “Franco Ossola” che ospita il velodromo “Luigi Ganna”.
Pina : faccio fatica a starti dietro ma mi sa che hai ragione
Gina: ti saluto Pina. Sento il Cecco in cortile
Pina: allora tra un po’ arriva anche il mio Beppe
Gina: dici che Varese Sport ci ospiterà ancora?
Pina: dipende dai due Stanlio e Ollio dell’editoria sportiva varesina
Gina: si scherza, scherza.  Non ci fossero stati loro, i festeggiamenti del Centenario del Varese Calcio si sarebbero limitati alla produzione di quella maglia farlocca per la quale lo stilista che l’ha pensata meriterebbe il confino a Como!
Pina: gran finale Gina!
Gina: il gran finale è domenica a Masnago…sa vedum Pina!