Il playmaker della Pallacanestro Varese Matteo Tambone racconta come sta vivendo questo periodo di isolamento forzato con i pochi compagni di squadra rimasti ai piedi del Sacro Monte, in attesa di una decisione, quella di sospendere definitivamente il campionato, che sembra sempre tanto più vicina quanto inevitabile.

Come sta passando questo periodo di quarantena forzata?
“In un primo momento non abbiamo sofferto più di tanto la decisione dello stop pensando si sarebbe risolta nel giro di un mese e poi avremmo ripreso il campionato. Ma ad un mese ormai di distanza siamo ancora confinati in casa e con tutte le persone che purtroppo stanno morendo è evidente che la situazione sia di una gravità estrema. Con i compagni di squadra che sono rimasti a Varese siamo in un residence tutti insieme, ognuno nella propria abitazione. Durante la giornata faccio sempre un po’ di allenamento e ogni tanto scendo in giardino a fare due passi, non potendo più uscire a correre. Cerco di passare il tempo tra libri, film e play station, anche se queste restrizioni sono veramente dure”.

Come avete vissuto il ritiro in Nazionale e le gare di qualificazione ad euro 2021?
“I primi 5 giorni di ritiro a Napoli non c’era nessuna ansia riguardo il virus. Quando siamo arrivati in Estonia la situazione è cambiata, è subentrata un po’ d’ansia rispetto a come si stava evolvendo la situazione qui in Italia. Una volta scesi in campo ci siamo dimenticati la preoccupazione e abbiamo disputato un’ottima partita vincendo una gara importante contro un avversario ostico su un campo difficile, ma sicuramente un po’ di paura c’è stata, tanto che al termine della gara ci domandavamo sul fatto se dovessimo tornare in Italia subito o rimanere in Estonia”.

Cosa ne pensa della scelta dei suoi compagni che sono tornati in patria?
“E’ sicuramente una situazione anomala. Clark era andato via preoccupato dal virus e per la salute della sua compagna incinta. Gli altri americani dopo un mese che sono rimasti qui in attesa di vedere l’evoluzione della situazione, chi più chi meno, hanno deciso di tornare in patria dalle famiglie. Quelli rimasti qui siamo noi italiani e gli estoni, perché anche a loro hanno bloccato i voli. Non è una situazione che viviamo bene, come tutti, siamo in balia degli eventi e speriamo si risolva tutto per il meglio”.

Qual era, prima della sospensione totale, la sua impressione sulla squadra in questa stagione?
“Nelle ultime partite avevamo fatto un passo in avanti. La squadra aveva trovato il giusto ritmo e avevamo delle belle sensazioni. Stava andando tutto bene. Ad inizio anno avevamo perso troppe partite fuori casa, mentre ora eravamo in netta ripresa, anche sotto questo punto di vista. Sicuramente dispiace, dal lato sportivo, che questa epidemia ci abbia spezzato il ritmo che avevamo trovato, ma visto che difficilmente si riprenderà a giocare, tutto questo diventa ininfluente”.

In previsione futura, in che termini questa sospensione può pesare su quella che sarà la prossima stagione?
“Stare fermi tanti mesi incide tanto sul ritmo gara. Quando riprenderà la prossima stagione faremo magari più amichevoli durante la preparazione per recuperare proprio anche le sensazioni ed il contatto con il campo. Anche a livello psicologico non è semplice gestire una situazione straordinaria come questa. Poi le incognite riguardano anche come la squadra si presenterà il prossimo anno a livello di organico . E’ chiaro che più il gruppo resta simile a quello che c’era in questa stagione, più sarà facile recuperare gli automatismi di squadra e di gioco, quindi anche il mercato inciderà molto”.

Come ha reagito alla notizia della sospensione fino a data da definirsi delle attività imposta dalla società e se avete qualche informazione su decisioni in procinto di arrivare dagli organi preposti sulla conclusione della stagione?
“Noi non sappiamo nulla. Fino a settimana scorsa sapevamo ci fosse la volontà da parte della Federazione di cercare di riprendere il campionato e portarlo a termine. Ieri ci saremmo dovuti allenare ed invece, come prevedibile, la ripresa dell’attività è stata rimandata a data da destinarsi. Le decisioni ormai sono frutto dei continui repentini cambiamenti della situazione sanitaria, non è sicuramente piacevole restare in questo limbo in attesa di comunicazioni ufficiali, ma secondo me  probabilmente la stagione terminerà qui”.

Alessandro Burin