Matteo Colombo, saronnese doc e runner professionista, da qualche tempo si è trasferito negli Stati Uniti assieme alla moglie Maria Caterina per proseguire i suoi sogni di sportivo.

Come stai vivendo questo periodo di pandemia?
“Io e mia moglie siamo oramai in quarantena a casa da una decina di giorni. Usciamo solo per fare la spesa una volta alla settimana, muniti anche noi dei presidi sanitari richiesti (guanti, mascherina e igienizzante mani. Questo momento lo sto vivendo con grande apprensione perché in Italia, a Saronno e dintorni, ho lasciato il resto della mia famiglia: naturalmente il pensiero maggiore è rivolto ai miei genitori e ai miei famigliari, agli amici più stretti che stanno affrontando una terribile situazione senza precedenti”.

Com’è la situazione negli States?
“Noi viviamo a Menlo Park nella Bay Area di San Francisco, in California, e per quanto il numero dei contagi stia crescendo vertiginosamente anche qui, siamo molto lontani dalla realtà italiana, nonostante il lockdown del 17 marzo che durerà fino al 7 aprile. Qui nella Bay Area si contano circa 700 casi e una decina di decessi”.

Matteo ColomboDa runner è difficile stare fermo a casa, ma come far capire che questa è l’unica soluzione giusta?
“Nonostante qui non ci sia ancora il divieto di praticare sport e fare attività fisica all’aperto, so che correre in questo momento delicato per la nostra salute e per la salute dell’intera comunità, non sarebbe sicuro oltre che non rispettoso verso il grande sacrificio che tutti quanti stanno facendo. Il buon senso, la propria coscienza nonché la responsabilità civica di ognuno di noi, runners e sportivi compresi, deve prevalere. Correre sarebbe un rischio, non solo perché si aumenterebbero i contagi, ma anche perché si andrebbe ad aumentare la probabilità di intasare un sistema sanitario già al collasso di suo per fronteggiare l’emergenza in caso di infortuni o altro. Quindi #iononcorro, #iorestoacasa è il motto che deve unire tutta la comunità sportiva italiana e non solo.

Cosa ti auguri per il futuro?
“Dal futuro mi auguro una rinascita e soprattutto una presa di coscienza da parte di tutti. Il progresso e il benessere economico, sociale e culturale senza un forte e radicato “sistema immunitario” della società civile moderna, può vacillare ed essere vulnerabile da un giorno all’altro facendoci perdere la strada maestra. Urge ristabilire quella scala di valori e di priorità che, negli ultimi vent’anni sono andati sempre più sparendo. Serve più unità, rispetto verso le regole, verso i diritti e le libertà di tutti. Il coronavirus ce lo sta insegnando. Rispettare le regole di quarantena può salvare tante vite, tanti diritti e tante libertà, presenti e future. E’ una battaglia che non possiamo e non dobbiamo assolutamente perdere”.

Silvia Galli