Prima dell’emergenza coronavirus, nell’ultima trasferta consentita prima dell’emergenza, siamo andati a Cittadella e abbiamo fatto visita anche a Manuel Iori che proprio alcuni giorni prima aveva festeggiato un importante traguardo.

Che cosa ci dici di queste 300 presenze in Serie B
“E’ un bel traguardo. Onestamente non credevo di fare una carriera del genere. Nel mio piccolo ho fatto tanta serie B, tante piazze importanti. Sono vicino alle 600 tra i professionisti”. Tra queste esperienze anche una con la maglia granata del Torino: “Bell’annata. Erano tanti anni che non vinceva e il fatto di aver vinto la rende ancora più bella come esperienza. Giocare col Torino forse è stato l’apice della mia carriera. Nella carriera di un giocatore ci sono quei casi dove ti passa davanti un treno e tu lo prendi e momenti in cui pensi di smettere”.

Due presenze con il Varese nella stagione 1999/2000
“Feci un esordio in casa e poi a Siena. A gennaio mi avevano chiesto di andare via ma avevo da poco cambiato scuola e non avevo ancora la patente e quindi volevo rimanere ancora lì. L’anno dopo andai in B al Borgosesia. Nella mia carriera ho sempre avuto determinazione. Quel Varese è una delle squadre con più gruppo che ho in mente e che ha segnato di più la mia carriera a livello mentale perché era una squadra che scherzava e che mi ha fatto capire determinati valori. Ho un ricordo bellissimo”.

Ora è stabile nel Cittadella di cui è capitano: “Una società che mi ha sempre dato fiducia, mi ascolta e il mio rapporto con la società è sempre schietto”.

Cosa vorrai fare dopo?
“Mi piacerebbe fare l’allenatore. Forse nella mia testa è sempre stato quello il mio obiettivo, più del calciatore. Ho già fatto il corso a Verona tre anni fa. Mi piace tanto. La mia idea è questa poi non è così semplice realizzarla. Far sposare la tua idea agli altri è una bella soddisfazione”.

Quando parli con tuo papà di calcio parli anche delle partite della pallacanestro Varese?
“Mio papà è malato di basket. Spesso ci capita di parlarne, prima di giocare a calcio ho fatto un anno a giocare a pallacanestro e diciamo che da lì è nata la passione”.

Parlando del Città di Varese ci ha raccontato del mister Iori, suo zio e di suo cugino Mattia Iori: “Degli zii è sempre stato quello particolare. La cosa che mi diceva mio padre è che lui è molto bravo a leggere le partite. È anche vero che negli anni lui ha vinto diversi campionati. Penso sia uno che punta tanto sul gruppo, sullo stare insieme. Mio cugino mi ha sempre detto che per lui giocare in questa squadra rappresenta un bel salto di qualità”.

Michele Marocco & Mavillo Gheller
Testi a cura di Roberta Sgarriglia

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