Spesso mi rimproverano che quando parlo di calcio riconduco tutto a una maglia, una maglia per la mia collezione. Eppure, nella mia vicinanza a questo mondo, molte volte è stata proprio una maglia a far sbocciare amicizie sincere e durature. Anche con Anastasi fu così.

Era il 2002 e al Fra Diavolo di Bodio Lomnago dall’amico Dino Potente registravamo ogni martedì una puntata di Varese Sport che andava in onda su Rete 55. Ospite di quella sera, insieme a due bandiere del Varese Calcio Edoardo Gorini e Mauro Borghetti, proprio Pietro Anastasi con la moglie Anna. E’ stata una delle sere che ricordo con maggior affetto anche perchè, appena arrivati al ristorante, Anna mi scambiò per uno dei calciatori: “Lei è Gorini o Borghetti?”e Pietro con un sorriso le disse: “Ma lui è Marocco, il giornalista. Ti sembra un calciatore?“. Durante la cena più volte si è toccato l’argomento ‘collezione maglie’ ma con decoro e immenso sacrificio non ho mai osato chiedere ad un mito quale è Pietruzzu.

Anna e Pietro AnastasiDue giorni dopo mi arriva una chiamata da casa Anastasi: “Marocco? Buongiorno, sono Anna la moglie di Pietro. Abbiano guardato negli scatoloni e abbiamo trovato due, tre maglie per lei. Sono quelle che scambiava da giocatore, se le fa piacere può metterle nella sua collezione”. Inutile dire che ho mollato tutto quello che stavo facendo e in 5 minuti ero a casa loro a ritirare le maglie che ancora oggi impreziosiscono la mia collezione.
Un gesto spontaneo, naturale che ha fatto però scoppiare una scintilla e simboleggia quello che è stato il bomber biancorosso e che è ancora oggi la sua Anna.

Ciao Pietro.

Michele Marocco