Possibili scenari, si dipingono all’orizzonte di una società di calcio, da sempre diamante splendente per organizzazione, qualità e professionalità nel panorama non-professionistico. Brillano inevitabilmente sotto le luci della ribalta gli affari che fanno rima con Prima Squadra, ma se da anni si parla di “modello Castellanzese” significa che alle spalle, solo per ordine di nascita, di coloro che sono entrati nella leggenda ci sono centinaia di virgulti che scalpitano e stagione dopo stagione continuano a sorprendere. Con loro i coach neroverdi chiamati a rivoluzionare il proprio mestiere. Come? Lo domandiamo al Responsabile del Settore Giovanile neroverde, Maurizio Brocca.

Maurizio Brocca responsabile settore giovanile Castellanzese 3Come avete spiegato il Coronavirus ai vostri ragazzi?
“I ragazzi non pensavano si arrivasse a tutto questo, ma una volta capita la problematica si sono calati nella situazione e ci hanno dato una grande mano. Per ciò che riguarda invece i più piccoli, anche loro erano superinformati per via delle bombe mediatiche che in questi giorni stanno colpendo tutti. Con loro i bimbi della scuola calcio, in particolare, abbiamo cercato di rivoltare la situazione in positivo per quanto possibile, cercando di fargli vivere il momento nel modo più leggero possibile così da tenerli comunque uniti”.  

In situazioni d’emergenza, ciò che più preme a livello organizzativo è il calendario. Come cambieranno gli impegni del Settore Giovanile della Castellanzese?
“Per l’attività di base, non essendoci una classifica vera e propria, tutto sommato non c’è problema a fermare i campionati e ripartire poi da zero la prossima stagione. Per l’agonistica invece il discorso si fa più complesso. Diciamo che finora si è parlato di opzioni: congelare i campionati, premiare solo le squadre in posizioni decisive per promozioni, retrocessioni o playoff, oppure azzerare tutto. Aspettiamo un p0′ di chiarezza che finora non c’è stata. Anche se a parere mio, è ormai palese che la direzione sia quella di finirla qui con i campionati”.

Questa situazione come ha cambiato il vostro approccio ad essere allenatori? Avete trovato soluzioni nuove per gli allenamenti? 
“Stiamo parlando di uno sport, il calcio, che ha bisogno della presenza fisica. Perciò questa situazione è un pò particolare per tutte le realtà sportive. Io con i miei collaboratori, che sento quotidianamente, abbiamo pensato ad un programma tecnico e coordinativo per tutti i nostri ragazzi così che possano continuare il loro percorso di crescita anche a distanza. Forse in questo momento più che allenatori ci sentiamo psicologi. E non potendo fare gli allenamenti, abbiamo il dovere di lavorare su altri canali come lo stimolo della fantasia soprattutto per i più piccoli. Per loro stiamo valutando di sfruttare delle piattaforme con i più piccoli di coinvolgerli in questo modo e credo che ci sarà una risposta”.
Maurizio Brocca responsabile settore giovanile Castellanzese 2
Esiste una tragica proporzione non scritta per cui al decrescere dell’età del figlio corrisponde un aumento della pressione da parte dei genitori sugli spalti. Crede che questo stop imprevisto possa farci riflettere anche sul nostro rapporto con il calcio?
“E’ un momento che induce ognuno di noi a riflettere su diversi argomenti e questo sicuramente uno dei più complessi. Spesso capita di vedere dei comportamenti sopra le righe da parte dei genitori sugli spalti nei confronti dei figli in campo, in tutte le categorie. Nel nostro caso posso dire che per fortuna sono sporadici questi episodi e la società è sempre intervenuta a dovere. Dobbiamo riscoprire il calcio come un gioco, un momento di convisione e di crescita senza il motivo di avere alcuna pressione. Quando si è in campo, come nella vita, si può anzi si deve sbagliare per poter maturare”.
Cosa le manca di più in questo momento?
“Tante cose: il campo, lo spogliatoio, la sede, l’ufficio e tutto quel che riguarda la gestione della società e lo svolgimento degli allenamenti. Ma quello che più manca oggi sono i rapporti umani”.
Anni fa, all’inizio del suo percorso alla guida dell’Attività di Base della Castellanzese, si sarebbe mai aspettato di raggiungere questi traguardi?
“Ricordo, a luglio di quattro anni fa, quando ricevetti la chiamata del presidente Affetti. Vedevo la Castellanzese da fuori come una società ben organizzata e quando sono entrato a far parte di questa famiglia ne ho avuto la conferma. Ho formato insieme ai miei collaboratori Michele Brizzo (Responsabile della Scuola Calcio), Gino Ferrara (Direttore Sportivo del Settore Giovanile Agonistico) e Antonio Gagliardi (Responsabile Scouting) uno staff e un organico di grandissima qualità. In più abbiamo a disposizione delle ottime strutture e così tutto diventa più facile. Siamo soddisfatti del lavoro svolto fino a qui e c’è ancora tanto da fare. Sono sicuro che raggiungere altri importanti traguardi insieme”.

Alessio Colombo