Mario Ghiacci. Lo avevamo visto, qui a Varese, nella veste di buonissimo general manager. Lo ritroviamo, con Trieste, nei panni di eccellente presidente del club alabardato. Numero 1 di una società che, se è viva, è presente, e lotta “insieme a noi” in serie A, lo devo soprattutto alla grandissima e meritoria attività di “Marione”. Tutto il club giuliano infatti, dopo l’arresto dell’ex-presidente Luigi Scavone, prima ha vissuto lunghe settimane d’angoscia temendo per il suo futuro cestistico ad alto livello, poi ha ripreso fiato, fiducia e colore grazie al gran darsi da fare di Ghiacci e del suo staff.

“La prima mossa è stata quella di chiamare a raccolta tutta la città di Trieste che – racconta Ghiacci -, non avevo il minimo dubbio, ha risposto in maniera entusiasta al nostro appello regalandoci oltre 100 sponsor che rappresentano tutti i settori produttivi. Poi, è chiaro, sono stati provvidenziali gli interventi di due top-sponsor come Allianz e Blu Energy che ci hanno permesso non solo di chiudere la stagione passata, ma anche di programmare quella in corso e ragionare in termini positivi per le prossime annate. Il tutto senza mai, mai, mai dimenticare il nostro sostenitore più importanti: il pubblico, ovvero i quasi 6000 spettatori, spesso anche di più, che con grande passione affollano il PalaRubini in ogni gara casalinga. Così adesso, dopo aver salvato il club sotto il profilo economico-gestionale e avergli garantito un futuro ragionevolmente roseo, sarebbe davvero grave, per certi versi paradossale, non riuscire a salvarlo dal punto di vista tecnico. Quindi, oggi, la conquista della salvezza è un obiettivo fondamentale. Assoluto”.

Come vi presenterete dunque a Masnago?
“Saremo a Varese con la squadra che un, tassello alla volta, stiamo tentando di rinnovare rimediando alle incongruenze rilevate strada facendo. Incongruenza legate non tanto alle qualità dei giocatori, quanto alla loro relativa esperienza nel campionato italiano. Il mercato ci ha offerto l’opportunità di “firmare” atleti di grande spessore come Washington, Hickman e Cervi e, stante le premesse precedenti, non ce li siamo fatti scappare. Si tratta di un terzetto di notevole valore che ha solo bisogno di tempo, di lavoro per integrarsi col resto del gruppo, riprendere il passo agonistico ed il giusto “feeling” con l’atmosfera-partita, e – conclude fiducioso il massimo dirigente triestino -, siamo tutti sicuri che nel giro di poche settimane daranno il loro contributo”.

IL CAMMINO DI TRIESTE

Massimo Turconi