Ore 12.15, negli uffici milanesi della Lnd non è ancora pervenuta alcuna richiesta da parte del Varese per  lo spostamento del campo di gioco. Come da comunicato ufficiale, la gara di recupero con la Varesina è ancora in programma allo stadio “Franco Ossola” domani alle 20.30, ma l’impianto è inutilizzabile per via delle utenze staccate. Ma Benecchi domenica non aveva detto: “Domani (cioè ieri) vedrete”?

Il presidente, unico rimasto al Varese dopo le dimissioni anche del direttore tecnico Ballotta, si è già accordato col presidente Stocco per spostare il campo casalingo a Viggiù dove la squadra (Juniores) ha già giocato domenica scorsa perdendo con la Castanese. L’intesa tra le due società è già stata trovata ed è stata anche comunicata al Delegato Provinciale, ma serve avvisare anche la delegazione regionale e, al momento, non è ancora stato fatto.

Nel frattempo i giocatori della Juniores, che oggi pomeriggio si alleneranno a Calcinate degli Orrigoni, sono già allertati: domani toccherà di nuovo a loro scendere in campo nel match di recupero.

Dalla Lnd fanno sapere che il Varese ha tempo fino a domani mattina per chiedere lo spostamento di sede del match, ma la richiesta deve essere controfirmata anche dalla società ospitata. Dunque ci deve essere l’ok anche della Varesina che al momento non è ancora stata contattata. Il club di Venegono Superiore era già venuto incontro ai biancorossi accettando lo spostamento d’orario di tre domeniche fa della gara che fu poi rinviata per neve. E’ probabile che dica sì anche stavolta.

La sensazione è che nessuno si voglia prendersi la briga di staccare la spina. Il Varese è intenzionato a continuare questa agonia senza fine e chi c’è intorno gli sta dando una mano. La linea morbida della Lega Nazionale Dilettanti, il Viggiù che fornisce il campo, la Juniores che si presenta, i vecchi dirigenti disposti a piegarsi a novanta pur di tornare al “Varese”, e anche gli avversari che accettano: chi è convinto di aiutare in realtà sta esattamente facendo il contrario. Internamente non c’è nessuno intenzionato a porre fine a questa pagliacciata, lo dimostrano le strette di mano da brivido date a Benecchi in tribuna. Non c’è più la squadra, non c’è più lo stadio, non c’è più Varesello, non c’è mai stato un progetto, ci sono solo tante prese in giro, tanti debiti e tante bugie. A cosa serve continuare? Chi c’è intorno dica basta, Lnd in primis.

Elisa Cascioli