Arrivato in corsa, consapevole di una situazione complicata e di dover fare tanto lavoro, Paolo Tomasoni non si sarebbe mai aspettato di incappare in una catastrofe del genere. Il tecnico, che nella prossima stagione tornerà a sedersi in panchina in Eccellenza guidando la Sestese, aveva accettato volentieri di tornare al Varese, una scelta che, potesse tornare indietro, non farebbe.

“E’ stata comunque una palestra di vita – ci dice -. Sono arrivato in un momento difficile in cui andavano sistemate tante cose, ma poi la situazione è divenuta drammatica. Siamo stati abbandonati a noi stessi ereditando i disastri altrui. Nel mio piccolo ho tentato di risolvere qualcosa, ho cambiato qualche allenatore e, nonostante tutto, devo comunque essere soddisfatto perché le squadre hanno ottenuto molto vista la situazione. Nel girone di ritorno tutti i ragazzi hanno dimostrato di essere all’altezza, nonostante le retrocessioni hanno lottato fino all’ultimo. Parlo della Juniores di Maffezzoni, ma anche dei Giovanissimi Regionali che avevano fatto appena due punti all’andata”.

“Siamo andati avanti per merito dei genitori e grazie al volontariato degli addetti. Non avevamo niente, il portafoglio era vuoto e a livello organizzativo mancava tutto. Siamo riusciti a tirare avanti la stagione col solo aiuto logistico di Scalamandré. Spiace molto sia successa una cosa del genere”.

Quale futuro per i baby Varese? “Ovviamente ora tutti vogliono i nulla osta per andare a provare altrove, ma l’unico firmatario è il proprietario Benecchi che, per scelta sua, non vuole rilasciarli per questioni societarie, così dice. La situazione è drammatica per i giocatori. Penso che dopo una figura del genere bisognerebbe mettersi una mano sulla coscienza ed essere più morbidi”.

Nasceranno altri poli biancorossi: “E’ un bene perché significa che c’è sempre grande interesse per i ragazzi, ma c’è il rischio della dispersione.

Presto volterai pagina tornando in panchina.
“Sono legato al Varese fino al 30 giugno; la Sestese mi ha cercato e non avevo motivo per dire “no”. Saranno riconfermati 3 o 4 giocatori d’esperienza più 2 o 3 giovani. La società ha idee chiare e intenti precisi”.

Pescherai qualcuno dal Varese?
“Il Varese ha tanti giovani interessanti, soprattutto Juniores, ma è difficile chiederli perché in questo momento manca l’interlocutore. Spero si trovi presto una soluzione che in questo momento non vedo”.

Ti è mancato allenare?
“Assolutamente sì. Ho accettato la proposta di Marco Ballotta perché ero fermo e pensavo che avrei trovato altri stimoli in un ruolo diverso. Ma sono capitato nel momento sbagliato; c’erano mille problematiche e gestire genitori arrabbiati, allenatori senza rimborsi e dirigenti assenti è stato un impegno gravosissimo. Non si è potuto lavorare e, tornassi indietro, a quelle condizioni rifiuterei. Ho fatto quello che potevo, c’erano persone sbagliate in posti sbagliati: già la gestione nel girone d’andata era completamente errata. Ho accettato con gioia perché sono attaccato al Varese, mi sono rimboccato le maniche andando sui campi e prendendo decisioni, ma è valso a poco”.

Capitolo Legnano, un pronostico sui playoff della tua ex squadra?
“Ci ho trascorso due anni recentemente e conosco benissimo la piazza. Col Breno è un bello scontro e il risultato non è scontato. Il Legnano ha fatto meglio fuori che in casa e questo fa ben sperare. La tifoseria, quella sana, è sempre presente, è una delle più numerose della zona e penso si meriti il salto di categoria”.

Elisa Cascioli