05 Salotto ultima puntataMario Belluzzo, ex allenatore del Varese, col quale ha vinto un campionato, Coppa e Supercoppa, con un lungo passato a livello giovanile, non ha peli sulla lingua. L’attuale coordinatore tecnico del Settore Giovanile della Varesina parla dei successi del club rossoblù, del lavoro fatto in pochi anni dal club di Venegono ereditato dai Di Caro, di un lavoro che nessuno ha saputo fare al Varese.

“Per crescere, un settore giovanile ha bisogno di strutture, organizzazione e persone serie che investano – dice -. Se non le hai non farai cose importanti e non avrai seguito. La conseguenza peggiore dei fallimenti è perdere le radici che hai nel territorio, coi ragazzi che se ne vanno. Con tre fallimenti non si può costruire niente.  Alla Varesina sono tra gli ultimi arrivati e adesso stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro cominciato nel 2010. Abbiamo due campi a Venegono, due a Castiglione più quello di Vedano, quando ero al Varese mi toccava fare tutto il giro delle provincia perché le squadre erano dislocate che a Gavirate, chi di qua, chi di là; adesso in 5 km vedo tutte le squadre, tutti i giorni… e il varese era nei professionisti”.

Il segreto della Varesina? “Una proprietà solida che quello che dice mantiene, a Varese questo è un’utopia. Di Caro ha costruito tre sintetici nuovi e la tribuna, a Varese fanno ‘prendi e scappa’. Abbiamo un settore giovanile coi fiocchi tra i primi di tutta la Lombardia, non è mai successo che una Juniores di provincia arrivasse alle fasi nazionali dopo aver vinto il titolo regionale. E i ragazzi sono tutti della provincia: chi di Induno, chi di Varese, chi di Castiglione, chi di Sesto; i tre 2000 che giocano in prima squadra sono di Venegono e giocano lì dagli Esordienti. Le altre intorno hanno mollato: Saronno, Solbiatese, Varese, si è creato un vuoto e lo abbiamo riempito”.

DSC_0028Alberto Sottocasa, Responsabile del Settore Giovanile della SolbiateseInsubria è favorevole all’unione delle forze: “Il nostro presidente Luciano Pozzolini è sempre andata al di la di quelli che sono i campanilismi. In un momento difficile come questo, dove ci sono poche risorse e a livello economico perchè si fa molta fatica a trovare sponsor, unire più realtà significa garantire il futuro delle società. Il progetto Insubria parte molto da lontano dall’unione di Azzate, Mornago e poi Gazzada e Schianno è questo ha fatto nascere la Scuola Calcio e il Settore Giovanile che ancora oggi ottengono risultati importanti. Ora la disponibilità e la volontà di Oreste Battiston potranno far tornare anche la Prima Squadra ai livelli storici che la Solbiatese aveva raggiunto in passato. Il Chinetti è il punto di riferimento intorno al quale costruire qualcosa di importante, una cosa è certa: la parte dei ‘baby’, indipendentemente da tutto, continuerà dandoci ancora tante soddisfazioni. Per il resto basta avere un pizzico di pazienza”.

Elisa Cascioli