Jean Salumu? Enchantè, se lo preferite alla francese. Gorgeous, se optate per l’inglese. MVP se, invece, preferite il linguaggio cestistico. Quindi, usiamo solo quest’ultimo per descrivere la scintillante prestazione offerta dal giocatore belga contro la Vanoli Cremona in una gara in cui, al di là dei punti segnati – 10 – Jena ha inciso profondamente per il suo impatto difensivo mettendo atletismo, tecnica, fisico e coraggio contro Andrew Crawford escludendo, anzi, cancellando dal gioco quello che stava diventando la spina, ovviamente dolorosa, nel fianco di Varese.
Intanto, pian piano, il popolo di Varese inizia a riconoscersi nel basket sincero, non retorico, mai banale prodotto da questo giocatore capace di improvvise giocate di fulminante bellezza.
“Sono uscito dalla panchina con compiti precisi: cercare di limitare Crawford e – dice in tono tranquillo Salumu -, con tanto impegno personale, ma soprattutto l’aiuto dei miei compagni e un ottimo lavoro di squadra siamo riusciti a centrare l’obiettivo limitando un giocatore che ci stava creando più di una preoccupazione. Sottolineo con forza il lavoro di tutto il gruppo perchè il parziale del quattro periodo – 23 a 13 per noi – è stato costruito pazientemente, un pezzo per volta, partendo solo dalla difesa che, questa volta, ha brillato per continuità di rendimento”.

Salumu tralascia di parlare dell’attacco anche se, là davanti, le sue stoccate hanno lasciato il segno e, in alcuni casi, vedi una incursione sulla linea di fondo conclusa con una potente schiacciatona a due mani, lasciato tutti a bocca aperta.
“Ho sentito gli applausi e qualche “ohh” di stupore dopo quel gesto che, vi assicuro, deve essere considerato del tutto normale in serie A. Certo, magari non è così frequente perchè entrare in area con le difese organizzate che ci sono in Italia è sempre più difficile, ma una volta che arrivi là sotto una schiacciata di forza è ancora il miglior tiro possibile, oltre che  quello a più alta percentuale”.

Già, il campionato italiano: come ti trovi e, a tre mesi esatti dal tuo arrivo, come procede il tuo inserimento?
“Conoscevo il livello, ma soprattutto le difficoltà del basket italiano e di un campionato che, specialmente per l’elevata organizzazione tattica di tutte le squadre, è davvero impegnativo. Qui non ci sono partite già vinte prima del salto a due e per vincere devi sempre dare il massimo, sapendo che spesso non sarà sufficiente. Per quanto riguarda il mio inserimento direi che ormai è del tutto completato ed io mi sento nel “corpo squadra” quasi al 100%. All’inizio, lo ammetto, non è stato facilissimo perchè arrivare in corsa e inserirsi in un sistema di gioco non esattamente semplice come quello di coach Caja ha richiesto tempo e una grandissima mole di lavoro a livello tecnico, tattico e mentale. Poi, la fiducia dimostrata da coach e compagni è stata determinante per agevolare nel miglior modo possibile il mio percorso varesino”.

Scelta giusta, quindi?
“Giusta? Perfetta, direi. In Pallacanestro Varese, dopo la parentesi turca al Sakarya non proprio felice, ho trovato l’ambiente ideale per ripartire, ritrovando anche la voglia di giocare ad alto livello e per più traguardi. Insomma, meglio di così non potevo chiedere sia dal punto di vista tecnico, sia umano perchè, sarà una considerazione banale, ma giocare a pallacanestro in una vera e propria “Basket City” come Varese, davanti ad un pubblico incredibile, è entusiasmante e davvero gratificante”.

Accennavi, poco fa, ai traguardi ancora “in piedi”: definisci meglio queste prospettive.
“Le prospettive sono semplici e, per me, chiarissime: vogliamo andare avanti il più possibile in coppa e vogliamo fortemente i playoff, un obiettivo che assolutamente ci meritiamo, non fosse altro perchè l’OJM fin dall’inizio della stagione sta lottando nella metà alta della classifica e la nostra continuità di rendimento merita di essere premiata. Certo, il calendario da qui alla fine della stagione regolare non sarà  facilissimo, ma noi abbiamo dimostrato di poter giocare alla pari su tutti i campi e questa solidità, che ci regala sicurezza e fiducia, ci darà una mano”.

  Massimo Turconi