25^ giornata

La domanda più ricorrente che mi fanno tutti i tifosi del Varese Calcio e i tanti ex biancorossi che in questi giorni mi hanno chiamato è “ma perché? Perché negli ultimi anni si sono avvicinate al Varese tante persone che tutto volevano fare tranne che una squadra di calcio?”. Se a qualcuno possiamo concedere il beneficio del dubbio, non possiamo però esimerci dal condannare l’ottusità nel continuare una ‘mission impossible’ nonostante i ripetuti consigli.

Quindi, perché? Se dovessimo scrivere che tanti di quelli che si sono avvicendati in questi anni, dopo la rinascita dal fallimento del luglio 2015, lo hanno fatto per interessi personali e per affari che poco hanno a che vedere col mondo del calcio, andremmo sicuramente incontro ad una querela. Quindi lo scriviamo e lo confermiamo. Il bene per Varese, per la squadra, per i tifosi, per il gioco del calcio è un’altra cosa. Ora poco importa fare nomi, elenchi, cronostoria di una morte annunciata: sarebbe come girare il coltello nella piaga, meglio guardare al futuro.

Futuro? In realtà un futuro immediato non esiste, fatto salvo un miracolo. Un miracolo che di certo non farà Benecchi che non ha nemmeno idea di quello che dovrebbe fare entro questa sera per iscrivere la squadra al prossimo campionato. “In questo momento non ci sono le risorse per iscriverci“, ha detto il numero uno biancorosso ai tifosi mercoledì scorso. Le risorse, caro Claudio, non ci sono mai state dal 22 dicembre in poi quando abbiamo alzato la Coppa Italia e forse anche da prima. Come è stato più volte scritto: bastava dirlo e fermarsi e oggi un nuovo Varese sarebbe già rinato, pronto ad affrontare una nuova avventura.

Il miracolo? Chiuse le iscrizioni questa sera, a differenza del professionismo (Lodo Petrucci) non esiste una regola che permette a città che hanno visto esclusa la propria squadra di poter chiedere l’ammissione ad un campionato in sovrannumero. Nell’ultima stagione (vero caro Benecchi e cari biancorossi?) sono state commesse una serie di scorrettezze nei confronti della Lnd e della altre squadre che, se un occhio poteva essere chiuso, ora rimarrebbero spalancati tutti e due. Ammesso che esista qualcuno che voglia ripartire, lo dovrà fare dalla Terza Categoria.

Un anno senza calcio? Sicuramente, almeno uno. Diciamo almeno uno perché non è detto che ci sia all’orizzonte qualcuno che abbia l’intenzione e la voglia di far ripartire i biancorossi pensando al bene per Varese, per la squadra, per i tifosi e per il gioco del calcio. Facendo anche business, sicuramente, ma mettendo prima quei valori.

Ottimismo? Nello sport, come nella vita di tutti i giorni, bisogna programmare, dare sempre il massimo giorno dopo giorno ed essere ottimisti. In questo momento, più che mai, bisogna esserlo. Una stagione senza calcio non ce la toglierà nessuno e poi risorgeremo.

Michele Marocco