La Varesina corre veloce verso l’inizio della prossima stagione, l’ennesima sotto la guida di Marco Spilli che si aspetta un campionato vissuto da protagonista: “Siamo pronti. Rispetto allo scorso anno ci sono state parecchie riconferme e questa fase di precampionato ci consente di integrare i nuovi nel migliore dei modi. I due allenamenti quotidiani aiutano a consolidare lo spogliatoio, creando un bel clima che sarà fondamentale per il prosieguo della stagione. A differenza dello scorso anno, quest’estate non siamo stati vincolati da possibili ripescaggi e di conseguenza ci siamo mossi per tempo sul mercato andando a definire la rosa tempestivamente. Non abbiamo avuto difficoltà a trovare ragazzi desiderosi di sposare il progetto Varesina e anche per questo c’è l’aspettativa di far bene”.

Il bel clima è una costante nella casa delle Fenici, e lo testimoniano i due grandi ex, Tino e Albizzati, che erano presenti a Venegono nei primi giorni di ritiro. A tal proposito sarà Rebolini ad ereditare la fascia di capitano: “Si tratta di una scelta condivisa da tutti – spiega Spilli – con Taino e Cargiolli vice: sono quelli che per caratteristiche possono e devono indossare la fascia, essendo non solo leader, ma veri e propri esempi per gli altri. In più hanno dalla loro il fattore esperienza che è fondamentale: non a caso insieme a Max Di Caro abbiamo costruito una rosa equilibrata che punta sulla freschezza dei giovani senza dimenticare il peso dell’esperienza dei senatori. Il compito di questi ultimi è quello di ispirare fiducia, insegnare qualche trucco del mestiere e appartenenza, anche perché questa maglia deve avere un’anima: lo richiedono l’ambiente società e tifosi”.

Domenica 4 agosto c’è stata la prima sgambata stagionale contro la Caronnese (1-1), un buon test per i ragazzi di Spilli: “L’amichevole è stata archiviata positivamente, al di là del risultato che è relativo. Chiaramente c’è qualche situazione da migliorare e i tre davanti, Pizzini-Cargiolli-Vezzi, devono ancora affinarsi; non avevo la presunzione di vedere tutto e subito, ma i segnali incoraggianti ci sono stati. In ogni caso non dobbiamo concentraci solo su loro tre: dobbiamo sì coccolare i nostri top-player, ma non tralasciare gli altri dato che chiunque è fondamentale per il gioco della squadra. Adesso avremo altre amichevoli che ci permetteranno di migliorare e studiare nuove soluzioni, cosa che la rosa lunga e competitiva mi stimola a fare”.

Una panchina di livello è l’ingrediente principale per gestire un cammino su due fronti. Come si approccia la Varesina al debutto in Coppa Italia? “La società mi ha messo a disposizione un gruppo importante, per cui possiamo giocare senza problemi due o tre partite a settimana. Va da sé che la Coppa è un obiettivo perché mette in palio un trofeo, ci permette di incontrare squadre importanti di altri gironi e vincendola ti assicura il salto di categoria; siamo fiduciosi, ma dovremo meritarcela”.

Molti addetti ai lavori identificano la Varesina come la squadra più forte del campionato; come gestisce questa pressione? “Sento tante società che si ‘nascondono’. Io non faccio questo tipo di ragionamento perché non mi sembra coerente, ma capisco il segnale degli altri e lo rispetto. Non si tratta di essere la squadra da battere, per cui questa cosa ci lascia del tutto indifferenti. Non dobbiamo solo indossare la maglia, ma sudarcela: chi non avrà questo tipo di atteggiamento non potrà proseguire con la Varesina. Questo perché per dimostrare di essere i più forti non basta andare avanti solo di umiltà, ma bisogna avere quel pizzico di spavalderia ed esserne consapevoli. Nel momento in cui ti trovi a dover fare una giocata o rischiare qualcosa lo devi fare, ma senza presunzione; è un filo sottile che dovremo sempre tenere in considerazione per andare lontano”.

Quali saranno le dirette contendenti? “È sempre difficile fare questi discorsi – conclude Spilli –. Quella che a mio parere si è rafforzata, avendo acquistato giocatori importanti anche da categorie superiori, è l’Ardor Lazzate; poi Busto 81, Verbano e Pavia diranno la loro, senza dimenticare Castanese e soprattutto Vergiatese che hanno avviato progetti interessanti. Ma come al solito sarà il campo a parlare”.

Matteo Carraro
(foto Agenzia Blitz)