Quarant’anni all’ultimo respiro. E sentirli tutti, giorno dopo giorno, settimane, mesi. Perché chi vuole fare finta di nulla, crogiolandosi nell’oblio, perde una parte consistente di memoria, storica e sportiva. E’ bello sentirsi il peso di quattro decenni di racconti di Sport e di atleti, di vittorie e di sconfitte, di feste ed estremi onori. Varese Sport lo ha sempre fatto con passione ed orgoglio, professionalità ed impegno.
Quarant’anni. Ere, alle soglie del Big Bang… Quarant’anni fa c’era ancora la neve, le rampe laterali dei Giardini Estensi fungevano da pista didattica per i bimbi alle prime armi sugli sci. Con buona pace della piccola Greta, Corso Matteotti era una via trafficata, auto, pedoni, camion – lo so, moriremo tutti… – e Varese era conosciuta in tutto il globo terracqueo come “il pisciatoio d’Italia”, Radio Varese continuava a diffondere musica di qualità e, incredibile a dirsi, la schedina Totocalcio era il primo pensiero della domenica tardo pomeriggio.
Ora non piove più, la neve è un miraggio, il Centro Storico è un salotto, si scommette anche sui calci d’angolo e si ragiona con i Social. E’ cambiato il mondo, il clima, l’età matura, il mestiere del genitore, ma non Varese Sport. No. Codesta Arca di Sapienza sportiva continua, imperterrita, a snocciolare statistiche, commentare campionati, proporre volti nuovi, presentare nuove discipline.
Una redazione snella, competente, precisa e preziosa, condotta da Long John Silver Miki Marocco (nella foto in alto con Caccianiga), pirata della notizia, bucaniere delle rubriche innovative. In quarant’anni di storia, Varese Sport ha tracciato, radiografato ed approfondito ogni singola azione e prestazione atletica, rendendosi indispensabile vademecum per ogni appassionato. La Redazione ha vissuto le glorie sportive di una Città da sempre a vocazione olimpica, ha esaltato le imprese delle nostre squadre allo Stadio, al Palazzetto, sulla Pista di Ghiaccio, in Piscina, sulle meravigliose strade della nostra provincia. E questa è storia. Ora, con internet, diventa semplice tornare indietro nel tempo, alla faccia del buon H.G.Wells, è sufficiente un clic ed entri in un mondo parallelo e puoi rivivere quelle emozioni. Si. Purtroppo, per ora, ci può confortare solo il ricordo, perché la realtà ci vede inseguire quei fasti che erano propri del Calcio, del Basket e dell’Hockey. Se lo costruisci, lui ritornerà… direbbe l’Uomo dei Sogni Ray Kinsella.
E Varese Sport accetta la sfida, si fa sedurre dall’invito e, da quarant’anni, costruisce con metodo certosino, da monaco amanuense del XV secolo, la storia dello Sport provinciale, illuminando squadre e protagonisti, Società ed atleti, mescolando e rimestando lo Sport agonistico e quello educativo come fosse una suite di Progressive Rock, una Supper’s Ready in pantaloncini e maglietta.
Certo, quarant’anni sono molti, una enormità se parliamo di comunicazione. Il tablet ha sostituito il taccuino, il cellulare a doppia fotocamera, la cara e vecchia telecamera. Ma sono i cosiddetti Social che hanno tracciato uno sfregio alla comunicazione umana e rispettosa. E’ l’inevitabile scotto da pagare all’evoluzione (o involuzione…?) tecnologica. I Social diventano palestra di maleducazione e supponenza. L’impresa sportiva, nel bene o nel male, è macchiata dall’insulto gratuito, la condivisione ossessiva di ogni singolo momento della vita, si trasforma, per molti genitori di baby sportivi, in Circo Equestre ove mostrare la scimmietta ammaestrata di turno. Ma tant’è. Il mondo cambia, la vita evolve, lo Sport si adegua, dai metodi di allenamento all’abbigliamento, futuristico, ipertecnologico.
Varese Sport passa da evoluzione a rivoluzione, gentile, delicata, ma mai banale, sempre sul pezzo, coinvolgente e competente. Il Veliero targato VS è un patrimonio sportivo della nostra città. Quarant’anni, la metà del cammino.

Marco Caccianiga