Si chiude un anno. Non banale, quello del centenario. Prima ancora una decade, gli anni 10 del nuovo millennio. Aperti con una retrocessione firmata da una proprietà che avrebbe zavorrato il lustro successivo. E chiusi con una C consolidata da una gestione pratica e lungimirante. Proviamo a rileggere il decennio appena sigillato alla luce di 10 match (uno per anno solare). I più significativi. Se non necessariamente i più importanti.

24 gennaio 2010, Pro Patria – Benevento  3-4  (Ferraro, Ripa, Pacilli, Serafini, Clemente rig., Clemente, Evacuo)
Biancoblu reduci dalla beffa di Perugia nel recupero. In panca il compianto Vincenzoer bufaloCosco. Che ne ha pareggiate 6 su 7 a cavallo del nuovo anno. Pro avanti 3-1 all’intervallo. Poi si mette al lavoro Claudio Bietolini di Firenze (sì, quel Bietolini, lo sceneggiatore del playoff con la Pro Vercelli della stagione successiva). Alla fine, 4-3 messicano per le Streghe. Nel post Antonio Tesoro la tocca pianissimo: “Questa partita è una vergogna. Spero che si possano aprire delle indagini sulla gara, l’arbitraggio è stato chiaramente a favore del Benevento”. La deriva agonica verso la retrocessione (e la disfunzionale transizione societaria) cominciano da lì.

12 giugno 2011, FeralpiSalò – Pro Patria  2-1  (Serafini rig., Bracaletti, Meloni)
Dopo l’1-1 dello “Speroni” tigrotti costretti a vincere al “Turina” per guadagnare la promozione. Avanti di un gol e di un uomo (rosso a Colicchio), la formazione di Novelli si fa ribaltare nel consueto finale esoterico della recente storia bustocca. Secondo Radio Corridoio, l’imminente cessione del club a Vavassori decripterebbe l’oscura sinossi del match.

11 novembre 2012, Pro Patria – Mantova  5-2  (Del Sante 2, Cozzolino, Serafini rig., Serafini, Giannone, Falomi)
Sotto 2-0 in casa? Che problema c’è? Quella Pro Patria va spesso a braccetto con l’onnipotenza tecnica. E infatti quella con i virgiliani di Sauro Frutti è solo una delle 4 gare (Milazzo più Santarcangelo e Monza in trasferta le altre 3) con il pokerissimo nello score. Nonno Teo Serafini chiuderà il campionato a quota 17. L’anno prima erano stati 19.

12 maggio 2013, Casale – Pro Patria  0-2  (Calzi, Bruccini)
Alla regia c’è Alfred Hitchcock. Ma mica per dire. Ai ragazzi di Aldo Firicano è venuto il braccino 7 giorni prima con il Monza. Tocca vincere al “Natale Palli” per celebrare la Prima Divisione. Biancoblu in 9 per le nevrili espulsioni di Vignali e Bonfanti. Ma i nerostellati di Buglio non si scansano a dispetto della retrocessione già maturata. Calzi e Bruccini evitano lo psicodramma. Al ritorno in via Cà Bianca Polverini e Cozzolino faranno il surf sul pullman trasformandolo in un cabrio.

Cremonese Pro Patria 3 115 dicembre 2014, Cremonese – Pro Patria  3-1  (aut. Gambaretti, Brighenti, Di Francesco 2)
Ci siamo fatti gol da soli”. Se non fosse la nuda e cruda verità (come poi svelato dall’inchiesta Dirty Soccer), sarebbe la battuta del secolo. A pronunciarla quella vecchia lenza di Marco Tosi, tecnico per 6 repellenti partite (un punto e 5 ripassate) di quella stagione maleodorante. Ulizio si fa cacciare avanti 1-0 mentre Gerolino indica la via. Agli altri però. I grigiorossi di Giampaolo approfittano della farsa. L’alzata di scudi di Serafini e il cambio di rotta con Montanari non eviteranno la retrocessione ai playout con il Lumezzane (seppur emendata dal ripescaggio).

15 novembre 2015, Pro Patria – Reggiana  0-0
Dopo 10 sconfitte per aprire l’annata (con 4 reti fatte e 26, sì 26, subite) arriva il primo pari. Avversaria la Reggiana dell’ex patron Vavassori. I 5 punti nelle 4 gare seguenti illudono sulla possibile sterzata grazie alla ruvida guida di Alessio Pala. Tutto inutile in un campionato da 26 sconfitte (12 nelle ultime 13). Alla fine di quella gara l’allora presidente Nitti (già abbandonato da Collovati) si lanciò nel vaticinio: “Io magari non sarò più qui, ma Pala starà a Busto a lungo”. Sulla prima aveva visto giusto. Sulla seconda (molto) meno.

23 ottobre 2016, Pontisola – Pro Patria  3-0  (Romanini, Ruggeri 2)
Quanto sapesse di sale il pane della D era già chiaro da mo’. Ma i 3 peperoni del “Matteo Legler” sciolsero ogni (eventuale) residuo dubbio. La panchina di Bonazzi (sismica anzichenò) viene puntellata da Asmini e Turotti che ci mettono la faccia. Persuadendo (emoticon ammiccante) il seriano al passaggio al 3-5-2. Arriveranno 8 vittorie filate. Utili a fare solo il solletico al Monza che il 29 gennaio successivo chiuderà la pratica nel redde rationem del Brianteo.

23 aprile 2017, Scanzorosciate – Pro Patria  0-4  (Garbini, Santana, Colombo 2)
Era un giorno come tanti altri e quel giorno lui passò. Ok, con le debiti proporzioni. Gara di per sé marginale. Se non fosse che rappresenta il battesimo tigrotto di Ivan Javorcic. Chiamato per 3 partite (più una) e ancora lì dopo 100 (e rotte). Turotti la mente, lo spalatino il braccio, Patrizia Testa ragione e sentimento della rinascita della Pro Patria. Cominciata in un giorno come tanti altri. Un’anonima (molto anonima) domenica di aprile a Scanzorosciate.

busto arsizio pro patria levico santana gol22 aprile 2018, Pro Patria – Levico Terme  5-1  (Santana, Severgnini, Zaro, Cottarelli, Santana, Cottarelli)
L’indigeribile 0-0 di Trento sembra aver chiuso i conti. Sembra però. Perché l’oste si materializza nel Lecco party crasher che rovina la festa alla (quasi) promossa capolista. La Pro gavazza con il Levico. Intanto la #riccanza del Rezzato viene stoppata a domicilio dai blucelesti del presidentissimo Di Nunno già protagonista di una sguaiata querelle con la società biancoblu. Sorpasso e ultimi minuti vissuti via radio (o giù di lì) in arresto cardiocircolatorio. Le successive 2 giornate non varieranno lo status quo. E dopo la promozione, il 2 giugno Marito Santana alzerà a San Giovanni Valdarno anche la storica coppa dello Scudetto dilettanti.

pro-patria-virtus-entella-1213 aprile 2019, Pro Patria – Virtus Entella  2-0  (Zaro, Le Noci)
Nell’anno del centenario la Pro si toglie lo sfizio di battere due volte l’Entella (unica a riuscirci). Per soprammercato senza subire gol (unica insieme al Siena). Dopo lo 0-1 di dicembre nel Tigullio, allo “Speroni” è una vera masterclass. Il manifesto ideologico dello javorcismo con i liguri di Boscaglia costretti a fare strada e a prendere appunti. Oltre a rischiare la B agguantata solo all’89’ dell’ultima grazie al suicidio assistito (dal Siena) del Piacenza.

Giovanni Castiglioni