Antonio Iannuzzi da Avellino è uno dei giocatori più preziosi dello scacchiere di coach Caja. Vuoi perchè l’unico lungo… lungo della formazione, vuoi perchè ha il delicato (nonché difficile) compito di alternarsi a Cain nel pitturato biancorosso. Dopo un inizio così così, Iannuzzi sta finalmente trovando quella continuità necessaria e nell’ultimo mese ha sfoderato delle buone prove.

Non è andata benissimo in quel di Pistoia dove i toscani vi han battuto usando le vostre stesse armi: una difesa graffiante che vi ha tolto i punti fermi del vostro gioco.
«Pistoia è una squadra che ha dato del filo da torcere a tante in questo campionato e difficilmente ha mollato il colpo in campo. Va aggiunto che il loro parquet è complicato da violare e hanno un pubblico molto caldo che si fa sentire. Sanno che per salvarsi devono dare il più possibile in casa dove devono trovare punti importanti. Noi abbiamo cercato di mettere in pratica la nostra pallacanestro e non penso che abbiamo preso la partita sottogamba. Semplicemente loro hanno avuto una maggiore intensità, mentre noi abbiamo sbagliato qualcosa e siamo arrivati, così, ad un finale punto a punto. Qui la differenza l’hanno fatta un paio di nostri errori e un paio di giocate importanti di Pistoia».

Siete arrivati forse nel momento sbagliato al posto sbagliato: dopo il rovescio contro Cantù, la dirigenza pistoiese aveva chiesto una reazione d’orgoglio ai giocatori.
«Non so se fosse il momento sbagliato. Logicamente loro volevano reagire alla gara di Cantù e, penso, a qualche voce di troppo che girava sulla squadra. Han messo in campo una maggiore aggressività e volevano dimostrare di poter lottare per la salvezza fino alla fine della stagione. Probabilmente, se non avessero perso in quel modo a Cantù, mentalmente sarebbero arrivati in un’altra condizione alla gara contro di noi. Questa, però, non deve essere una scusante per noi:?siamo andati per giocare il nostro basket, ma non ci siamo riusciti. E’ una lezione da portare a casa per migliorare e di certo non ci demoralizza».

Domenica si chiude l’andata e, nella peggiore delle ipotesi, Varese sarà quinta.
«E’ un grande risultato e lo dobbiamo solo al duro lavoro di ogni giorno in palestra tutti insieme: noi, l’allenatore e la società, senza dimenticare i nostri tifosi che ci seguono ovunque. Chiaro che da parte nostra vorremmo che questa posizione sia la migliore possibile e non la quinta piazza. Oltretutto posso affermare che ci dispiacerebbe parecchio perdere le ultime due gare di questa andata. Siamo una squadra che non ha mai mollato, che non ha mai perso sbandando e prendendo 20 punti di parziale e anche a Milano abbiamo dato loro tanto filo da torcere. Una cosa la so: noi non siamo da quinto posto e domenica faremo vedere il nostro valore».

Come valuti il tuo campionato fino ad adesso?
«Ho avuto tanti alti e bassi e c’è molto da migliorare. Da quando sono arrivato a Varese, ho cambiato il mio modo di giocare. Ammetto di aver fatto molta fatica all’inizio, ma spero di essere sulla strada giusta. Ora mi ritengo abbastanza soddisfatto: sto lavorando molto anche su me stesso per cercare di colmare i miei gap e diventare un giocatore migliore».

Domenica si chiude l’andata con Bologna: esordirà il nuovo lungo Moreira che con Kravic forma una coppia di spilungoni di 211 cm, ma la Virtus è anche squadra di grandi attaccanti con Punter e Aradori su tutti.
«E’ una partita molto importante per entrambe le squadre. Bologna è una squadra ben attrezzata che ha perso qualche gara di troppo a causa degli infortuni. I  nostri avversari lotteranno per la Coppa Italia e sono molto pericolosi dato che in attacco non dipendono da un paio di giocatori, ma hanno talento diffuso in ogni ruolo. Sarà una gara difficile, da muso duro, dovremo lottare e imporre il nostro gioco dando il tutto per tutto davanti al nostro pubblico. Vogliamo vincere per la nostra classifica e per il nostro morale».

Matteo Gallo