Una visita in redazione, come avviene spesso, un caffè e una chiacchierata con Mavillo Gheller. Quasi 200 presenze con la maglia del Varese, in carriera ha conquistato la serie A col Novara e col Treviso. “Sono di Varese (Cassano Magnago, ndr), in biancorosso sono cresciuto ed è normale che per me il Varese sia speciale. La situazione attuale mi mette tristezza e la ritengo assurda. Non conosco Benecchi né i dettagli e per questo non posso giudicare; da fuori, però, dico che non è ammissibile tutto questo. Siamo allo zero assoluto, non si parla di progetti, di possibilità e nemmeno di chiusura”. Che soluzioni vedi? “E’ necessario ripartire nuovamente dalle fondamenta. Ci vogliono persone competenti con obiettivi chiari e precisi. Tutto si deve fondare sul Settore Giovanile; la prima squadra tornerà dove deve essere, ma ci vuole tempo e programmazione”.

Secondo anno a Novara come Responsabile dell’Attività di Base, come sono andate le cose? “Bene, mi sono calato nella parte in un ruolo che non conoscevo. E’ difficile e impegnativo, si deve essere disponibili sette giorni su sette e con tutti: una bella sfida. Il gruppo dei ragazzi è buono, ci sono elementi di spicco, ma è ancora troppo presto per dire se in casa abbiamo un potenziale campione, sono troppo piccoli”.
In futuro come ti vedi? “Ho ancora un altro anno di contratto a Novara, anche se ti confesso che il mio desiderio è quello di allenare. Quando ho smesso di giocare a calcio avevo questo obiettivo, poi gli eventi mi hanno fatto svoltare. Se dovesse arrivare una chiamata mi sento pronto, a livello giovanile con una squadra professionistica o anche con una prima squadra nei dilettanti”.

Sei partito col progetto Scuola Calcio Mavillo Gheller a Cassano con l’Union Villa che ora è diventato Centro Tecnico di formazione del Novara: “Tognola e Buraschi, con tutto il gruppo, stanno facendo un ottimo lavoro. Il progetto di crescita prosegue e i risultati ci confortano: la Juniores ha mantenuto la categoria Regionali A e gli Under 16 e Under 15 hanno vinto il campionato Provinciale”.

Hai chiuso la tua carriera nel Busto 81 che dovrebbe far nascere un progetto importante a Solbiate Arno: “Conosco il presidente Galli, la sua solidità e la sua competenza e Milanese è sinonimo di garanzia: questo basta per far capire che progetto potrebbe decollare. Il Busto 81 non aveva sbocchi a Busto Arsizio ed è normale che cerchi futuro in altri lidi dove poter crescere. Ritengo che sia comunque un’opportunità importante in una zona strategica in un momento di difficoltà generale del mondo del calcio”.

Michele Marocco