Dario Cortenova, 34 anni di cui 29 dedicati all’hockey, è uno dei capisaldi dei Mastini Varese. Difensore roccioso e che non ha paura, ha lasciato il segno ad Appiano in gara-1 dei quarti di finale dei playoff con il gol del 2-1 che ha riaperto il match. Ieri sera in gara-3 i gialloneri hanno perso, ma tutto è ancora in gioco.

Non ti capita di segnare spesso, ma l’hai fatto in una sfida importante.
“Sono contento ed è stato davvero emozionante. Per me questa è una stagione particolare: ho avuto qualche problema al ginocchio e in più nel mio ruolo siamo in tanti. Non gioco molto, quindi, ma cerco di farmi sempre trovare pronto e di dare il mio contributo quando scendo in pista. E giovedì scorso ad Appiano è stata una grande gioia poter riaprire la partita grazie ad una mia rete. Ne sono felicissimo perché è stata una bella iniezione di fiducia a livello di squadra e personale”.

In questi playoff si sta vedendo un Varese combattivo, determinato e concreto. Qual è il vostro segreto?
“I playoff sono così, danno un’energia particolare ad ogni atleta preso singolarmente e al gruppo in generale. Si respira un’atmosfera intensa, direi unica, e giocare questo genere di gare carica enormemente. Dal punto di vista fisico stiamo bene, siamo in forma e la fatica non sembra farsi sentire”.

Avete perso i due incontri in trasferta, ma, nel complesso, non avete sfigurato.
“In gara-1 siamo partiti un po’ timidi, ma siamo usciti nel corso del secondo e del terzo periodo. È stato lì che abbiamo capito di poter mettere in difficoltà i Pirati e abbiamo preso sempre più coscienza dei nostri mezzi. Siamo una buona squadra e possiamo giocare alla pari anche contro una corazzata come Appiano pattinando tanto e mettendoci grinta e intensità e limitando al massimo le penalità. Tutto è ancora aperto”.

Ora si torna a Varese dove Appiano è già uscito sconfitto in campionato e anche in gara-2.
“Domenica scorsa abbiamo iniziato benissimo e trovare la rete dopo soli 33” ha messo subito le cose in chiaro. Siamo anche sempre stati avanti nel punteggio e non abbiamo subito troppo la pressione degli avversari. Concreti in attacco e solidi in difesa, abbiamo meritato un successo che ci ha dato entusiasmo e ancora più convinzione. Adesso vogliamo ripeterci”.

Quanto a te, quali sono le tappe della tua carriera?
“Ho cominciato a cinque anni e mezzo nei Devils Milano e poi mi sono trasferito ai Mastini dove nell’Under 14 i miei compagni erano Barban e Malacarne. Ho giocato a Lugano, di nuovo a Milano dall’Under 16 alla C26 e ancora in Svizzera, questa volta a Chiasso, prima di decidere di smettere. In realtà non ce l’ho fatta e ho ripreso prima a Como e poi dall’età di 26 anni sono tornato a Varese. La mia vita, insomma, è legata a Varese tanto che mio papà all’epoca aveva contribuito a ripartire dopo la dipartita della famiglia Colombo e dello sponsor Shimano”.

Laura Paganini