Decidiamo di raccontarvi questo tristissimo episodio che nulla ha a che fare col calcio, né coi dilettanti e né tanto meno coi professionisti; ambiente nel quale abbiamo lavorato per anni e mai ci saremo permessi di avere un atteggiamento del genere nei confronti di chiunque sia. Questa storia la raccontiamo al plurale perché quando si tocca un collega, si tocca tutti noi, al di là dei pensieri o delle simpatie/antipatie.

E’ successo che la nostra Elisa Cascioli, che da 11 anni è al seguito del Varese e non proprio dall’altro ieri, è stata messa alla porta dalla “società” che ha voluto fare la prepotente e la padrona tra l’altro nemmeno a casa sua. Al “Chinetti” di Solbiate Arno non solo le hanno chiuso i cancelli, ma ne è nata una vera e propria scenata di piazza con tanto di aggressione, di fronte ai Carabinieri, e testimoniata da questo video che decidiamo di divulgare per denunciare il comportamento delle persone che si vantano di essere il Varese e su questo non hanno torto: il Varese è questo, il Varese di oggi è quella roba lì che vedete. E’ successo qualche tempo fa con Maccecchini, si è ripetuto oggi. Un isterismo sinceramente esagerato e soprattutto immotivato. E soprattutto compiuto da parte di chi non ha alcun ruolo, da parte di chi in verità è dimissionario da due mesi.

Un modo di fare da vergognarsi. Sinceramente oltre a condannare nel modo più assoluto le modalità, facciamo veramente fatica a capire la motivazione. Cioè, pur sforzandoci, noi ad un livello così basso non riusciamo proprio a metterci. Tutta quella rabbia immotivata nei nostri confronti, espressa prima per messaggi senza nemmeno alzare il telefono, e poi senza accettare un banale e normalissimo confronto, ma arrivando  a quattrocchi già con l’ascia di guerra da parte loro nasce da… un post sul profilo facebook personale. Avete capito bene. Il Varese di oggi strappa dal collo i pass e si permette di toglierci il telefono dalle mani per un pensiero su facebook. I protagonisti di questa pietosa vicenda sono l’avvocato difensore dei giocatori, Marina Manfredi, e l’addetto stampa/team manager dimissionario Nando Vescuso, che si credono di padroni di un Varese che da tempo oramai non è più il Varese.

Un post su Facebook in cui la nostra Elisa ha fatto dell’ironia (purtroppo alcuni fanno fatica a capirla) sull’iniziativa promossa del Varese di mettere in vendita i gadget del Calcio Narese (una buona idea per non dimenticare una stagione del genere, in effetti) durante la partita di oggi con la Castellanzese. Una vendita per poter raccogliere una donazione, e sottolineiamo donazione, in favore dei giocatori rimasti tutti senza stipendi, chi addirittura senza casa. Un’iniziativa persino nobile se non fosse che l’aiuto è stato chiesto a chi ancora non ha ricevuto le scuse, e perché no anche un rimborso di una parte dei soldi degli abbonamenti del girone di ritorno visto che si gioca dappertutto tranne che allo stadio, da parte della società che in teoria ha annunciato il passaggio di quote. Sicuramente ha creato una certa ilarità in Elisa che l’ha espressa in una parola ben chiara, non tanto lontana da donazione od offerta: “Elemosina”. Una semplice riflessione, “pizzichina” lo ammettiamo, che non è stato oggetto di alcun articolo né di alcun titolo clamoroso, lo precisiamo, ma che è stata pubblicata su Facebook dove si scrivono le peggiori porcate. Può essere un pensiero condivisibile o meno, ma di certo una reazione del genere ci sembra spropositata e pazzesca.
Chiediamo scusa, sì, di aver evidentemente colpito nel segno.

Michele Marocco
Direttore Responsabile