Vito Romaniello è da sempre parte  di Varese Sport. Il suo primo contatto è datato 1982 quando in redazione veniva per disegnare i gol di Bongiorni e le parate di Rampulla col sogno di raccontare uno storico ritorno in Serie A che si è infranto all’Olimpico di Roma contro la Lazio. Un’evoluzione continua quella di Vito che nella sua vita professionale ha cambiato e rivestito diversi ruoli in diverse realtà ma, consentitecelo, con un punto fisso: Varese Sport. La sua passione lo ha portato oggi a intrecciare sport e cibo le sue vere ragioni di vita, insieme alla famiglia, e alla voglia di raccontare. Simona, la primogenita, lo segue attivamente nelle sue esperienze e in queste due puntate ci racconta il suo… viaggio.

Michele Marocco

IFC_Foto_Sigla_VitoUn viaggio lungo l’Italia, scegliendo due fra le strade più amate da turisti e tifosi, quelle dello sport e del gusto. E che auto ha scelto per il tragitto? Una Fiat 500, conosciuta anche come il “Cinquino”, uno dei simboli del nostro Paese. Il giornalista di LaPresse Vito Romaniello gioca con la “sua squadra” e indossa la maglia di Italia Foodball Club per risvegliare orgoglio e sentimento nazionale: “Si tratta di un progetto nato nel 2013, due anni prima di Expospiega Romanielloho cominciato a raccogliere materiale per un libro da presentare in occasione dell’Esposizione Universale di Milano del 2015. Venti regioni, venti storie, venti racconti diversi e allo stesso tempo collegati fra loro. Dall’archivio degli almanacchi “C…Come Calcio” e “Viva il Calcio” ho recuperato le foto delle squadre di calcio più forti d’Italia. Ho poi girato vari ristoranti a caccia di materiale su specialità e prodotti tipici. Alla fine è nato un libro che poi si è trasformato in un vero e proprio format”.

Un giornalista sportivo che parla di cucina, situazione davvero originale: “Ho girato in lungo e in largo tutta l’Italia per commentare, anzi raccontare, partite di pallone. Ricordo pranzi e cene in riva al mare o in mezzo alle montagne, tavolate dove si raccontavano aneddoti di calcio a microfoni spenti e taccuini chiusi. E’ lì che venivano fuori gli aspetti più belli e veri dei calciatori. Ecco perché ho pensato a questa trasmissione. Gli atleti ricordano gli esordi, gli anni in cui genitori o nonni li accompagnavano agli allenamenti, l’emozione degli esordi in A e in Nazionale. E’ bello vedere la luce che si accende negli occhi dei grandi campioni quando pensano a quei momenti. E come ha detto l’ex arbitro Graziano Cesari: è a tavola che vengono fuori le grandi verità. Così arrivano le piccole grandi confidenze, il piatto preferito o quello che ricorda casa quando sei a centinaia di chilometri di distanza”.

Vito_Al_Jazeera_10CC_vito-e-peleSi tratta dunque di un vero e proprio giro nell’Italia del gusto e del pallone?Sì, ma non si tratta solo di calcio. Italia Foodball Club “ha convocato” campioni di ieri e di oggi del basket come Gallinari, del rugby come Parisse o Castrogiovanni e anche molti olimpionici. Parlare del loro piatto o vino preferiti offre l’occasione per incontrare chef e produttori di ogni regione. Questa è la Nazionale “più buona che c’è”: l’orgoglio italiano passa anche da qui”.

A proposito di Nazionale, nel 2006 hai seguito i Mondiali per Alice Home Tv, la piattaforma televisiva di Telecom Italia. E’ stato il momento più bello della tua carriera cominciata nel 1984?Forse uno di quelli più importanti perché ha dato un senso alle tante giornate trascorse sui campi di periferia. Varese, Saronno, Solbiate Arno, Pro Patria e anche Legnano sono state le piazze che mi hanno permesso di arrivare in A, ma la partita più bella da commentare è quella che deve ancora deve cominciare. E non conta la categoria, basta che ci sia un pallone che rotola su un prato verde. I Mondiali del 2006 li ho raccontati insieme a Giorgio Micheletti, poi c’è stato il passaggio a La7 e il debutto in A grazie alla famiglia Biscardi”.

FINE PRIMA PARTE, domani la seconda

Simona Romaniello