Quando non tutto il male viene per nuocere. Per conseguenza della tremenda pallonata subita dopo pochi minuti, Alessandro Checchin non ricorda nulla del primo tempo di ieri. Neppure contro chi stesse giocando. Ecco, in fondo, meglio così. Perché dei primi 45’ del suo Alessandria non c’è davvero nulla da ricordare. Demeriti grigi e meriti biancoblu neppure lontanamente certificati dallo 0-0 finale. Pro Patria a credito, piemontesi a debito. Ma, per la contabilità del campionato, il gelido tardo pomeriggio dello “Speroni” ha comunque significato un punto a testa.

Presentando il match alla vigilia Ivan Javorcic aveva sentenziato: “Avversario di qualità e con idee”. In realtà, l’unica idea messa in campo ieri da un peraltro schiettissimo Gaetano D’Agostino (“Forse questo non è il mio calcio”), è stata quella di salvare la pellaccia. Legittimo, probabilmente anche doveroso vista la contingenza di classifica. Ma (chiaramente) la figura fatta da Gazzi & C. non è stata granché. Peccato per i tigrotti, perfetti sino ai 16 metri ospiti. Salvo poi incontrare difficoltà nel portare molti uomini in area. In altre circostanze (chissà?), lo spalatino avrebbe rischiato qualcosa. Ieri la priorità era quella di concludere senza inciampi una settimana durissima.

Intanto, il pareggio allunga a 6 la striscia positiva (9 risultati utili nelle ultime 10) e a 214’ l’inviolabilità della porta di Tornaghi (235’ il record stagionale, ma con Mangano tra i pali). In più, per la prima volta quest’anno, le 3 gare in 8 giorni non hanno registrato sconfitte. Dato tutt’altro che marginale nel processo di crescita del gruppo. Ma chiusa una tripla se ne apre un’altra con Pisa (domenica 23 ore 14.30, “Arena Garibaldi – Stadio Romeo Anconetani”), Cuneo (mercoledì 26 ore 14.30, stadio “Speroni”) e Pistoiese (domenica 30 ore 14.30, stadio “Melani”). Le prime 2 in carico all’andata, la terza già patrimonio del ritorno (prima della lunga sosta sino al 20 gennaio). Biancoblu attualmente a 21 punti (3 nelle prime 5 giornate e 18 nelle successive 12). Salvezza ragionevolmente non superiore a quota 40. Anzi, negli ultimi anni, anche un paio di punti sotto. Ergo, il passo è quello giusto. L’obiettivo è mantenerlo.     

Giovanni Castiglioni