E’ nel mondo del calcio da una vita e l’Olimpia è nel suo cuore. In una manciata di anni ha portato la squadra dalla Terza Categoria fino alla Promozione. Sportivamente parlando, non è ancora riuscito a centrare l’Eccellenza, ma, nel frattempo, non ha perso tempo e ha costruito un centro sportivo di tutto rispetto a Lavena Ponte Tresa. Stiamo parlando di Vincenzo Rinaldi, allenatore e tuttofare della società tresiana.

Quando è iniziato il suo percorso con l’Olimpia?
“Era il 2002 e, assieme a Fernando Ferraro, abbiamo fondato il club. Allora c’era solo la Lavena Tresiana e abbiamo fatto nascere questa nuova società. Siamo partiti dal basso, dalla Terza Categoria, e per tre anni il nostro campo di casa è stato quello di Cremenaga. Nella prima stagione non siamo riusciti a conquistare la promozione, poi, invece, siamo saliti prima in Seconda e in seguito in Prima Categoria e ora è ben otto anni che giochiamo in Promozione. Per un paese di circa 5000 abitanti è un grande risultato”.

Le soddisfazioni non mancano e nella scorsa annata siete arrivati fino alla finale playoff, persa contro la Rhodense.
“Abbiamo iniziato a fari spenti, c’era poca attenzione su di noi e, invece, passo dopo passo, siamo riusciti ad arrivare fino alla finale playoff. E’ stato un buon campionato e sono piuttosto contento”.

Quali sono gli obiettivi per la stagione 2018/2019?
“Credo che possiamo tranquillamente ripeterci e provare ad arrivare in zona playoff. La squadra è pressoché la stessa dell’anno scorso e abbiamo fatto aggiunte importanti tra le quali Randon, ottimo centrocampista. Sono molto contento del suo arrivo che darà ulteriore esperienza alla nostra rosa”.

Che squadra avrà a disposizione? 
“E’ un buon mix di esperienza e di gioventù. Quasi tutti i ragazzi hanno voluto continuare con noi e questo è motivo di orgoglio: vuol dire che qui si trovano bene. Ai nuovi acquisti (Randon, Zaniboni, Zonda, Rossi e Matranga e, probabilmente, La Iacona), saranno aggiunti un portiere, dato il perdurare dell’infortunio alla schiena di mio figlio Emanuele, due ragazzi ’99 e due del 2000. Abbiamo però qualche difficoltà di troppo a trovarli”.

Per quale motivo?
“Purtroppo ci penalizza molto la nostra posizione geografica. Se già i “grandi” a volte fanno difficoltà a dirci di sì per la lontananza, i ragazzi che non hanno ancora la patente o l’hanno presa da poco sono ancora meno invogliati a venire a giocare da noi. In più, se gli italiani possono essere tranquillamente tesserati in Svizzera, gli svizzeri da noi sono considerati extracomunitari e non possiamo nemmeno pescare da quel bacino. Non è facile, insomma, trovare giocatori che abbiano caratteristiche e qualità che ci interessano. Quanto al Varese, poi…”

Cosa?
“In questo momento siamo interessati a qualche giocatore ’99 o 2000 di proprietà del Varese, ma non sappiamo a chi rivolgerci per richiederli e trattarli. Speriamo che questa situazione in casa biancorossa si sblocchi”.

Quanto al campionato, alcune squadre si sono rinforzate molto. Chi vede come favorita per salire in Eccellenza?
“La Vergiatese ha costruito una rosa di grandissimo valore ed è la più seria candidata a volare in Eccellenza. Dietro alla Vergiatese, metto noi, il Gavirate, il Saronno e anche l’Universal Solaro che sta facendo un buon mercato. Per definire bene i possibili traguardi e i valori di ogni squadra, però, è ancora presto”.

Dopo tanti anni nel mondo del calcio, che cosa la spinge a proseguire almeno per un’altra stagione?
“Amo il calcio e l’Olimpia. E poi ho un sogno nel cassetto: se dovessimo festeggiare la promozione in Eccellenza, prometto di smettere di allenare. Fino a quando non ci riusciamo, probabilmente resterò qui”.

Laura Paganini