Con 18 punti il Castellazzo Bormida occupa l’ultima posizione in classifica a quattro punti dal Derthona, penultimo. I biancoblù hanno ottenuto solo tre successi, tutti nel girone d’andata, a cui vanno sommati 9 pareggi. Ventitré le sconfitte, un primato nel girone, al pari delle reti subite, ben 71. Un esordio disastroso in categoria, che ha visto la squadra alessandrina candidata alla retrocessione diretta fin dalle prime partite. Sino a domenica scorsa, solo con il Derthona, l’altra compagine destinata al ritorno in Eccellenza, il Castellazzo aveva vinto il confronto diretto, battendo gli avversari (4-1) alla dodicesima giornata, primo successo in campionato, e pareggiando a Tortona (1-1) nella partita di ritorno. Ma nell’ultima giornata, pareggiando (2-2) a Borgosesia, i biancoverdi hanno fatto proprio il confronto diretto anche con i sesiani, sconfitti per 2-1 alla sedicesima giornata, una settimana prima di essere battuti in casa dal Varese (0-2), una débacle compensata, la domenica successiva, dall’unico successo in trasferta (2-1) sul campo del Borgaro Torinese.  Dopo le tre vittorie nel girone d’andata, il Castellazzo non è più riuscito a conquistare l’intera posta. Oltre la metà delle 23 sconfitte, i biancoverdi le hanno subite sul terreno amico, dove hanno mietuto i tre punti, oltre al Varese, l’OltrepoVoghera (3-2), il Bra (1-0), il Como (2-0), la Caronnese (2-0), il Chieri (4-1), l’Inveruno (3-1), il Gozzano (2-0), l’Olginatese (1-0), la Varesina (2-0), l’Arconatese (1-0) e il Seregno (3-1). Primatisti in negativo per reti subite (71), i biancoverdi hanno messo a segno 30 gol, un terzo dei quali portano la firma dell’ex biancorosso Giacomo Innocenti mentre sette reti sono state realizzate da Mattia Piana.

Fondata nel 1982, l’anno del terzo successo dell’Italia ai Mondiali, la società di Castellazzo Bormida, paese di 4mila anime nei pressi di Alessandria,  è partita dalla Terza Categoria ma negli ultimi dieci anni prima della storica promozione in serie D ha militato con onore nel campionato di Eccellenza piemontese, dando spesso dispiaceri ad avversari più titolati. Prima di un brusco divorzio, patron e trascinatore della società biancoverde è stato l’imprenditore agricolo Lino Gaffeo,  che ha suscitato la passione del calcio in un paese che era noto solo per la celebrazione annuale della Madonna dei motociclisti.

f.b.
(foto Ezio Macchi)