Mangano; Molnar, Zaro, Battistini; Mora, Colombo, Bertoni, Disabato, Galli; Le Noci, Santana. Ad oggi, la Pro Patria andrebbe in campo (più o meno) così. Con le alternative Gazo, Pedone, Boffelli e Gucci e i complementari Marcone e Ghioldi a completare il mosaico. Può andare? Qualunque sia la risposta, le forze attualmente a disposizione di Javorcic sono queste.
Con la formazione base che sarebbe composta per 8/11 da giocatori già presenti nella passata rosa. Tanti, pochi o il giusto? Posto che Turotti porterà allo “Speroni” altri 6/7 elementi di cui 2 potenziali titolari (un portiere, un paio di difensori, altrettanti centrocampisti tra cui forse un’alternativa a Bertoni e almeno un’altra punta), le ragioni a favore del giusto sono sostanzialmente due. 

Sorvolando su risvolti economici che non conosciamo, la prima attiene lo scorso campionato. L’estenuante testa a testa con il Rezzato, il livello competitivo del girone B (di fatto, una Serie C in miniatura) e l’enorme autostima iniettata dalla vittoria dello Scudetto, hanno forgiato la truppa biancoblu elevandola ad una dimensione e ad una maturità decisamente superiori rispetto a quelle patrimonio di inizio stagione.
Per inciso, degli undici di cui sopra i soli Mangano e Molnar non hanno mai giocato una gara di C. Mentre per almeno altri 6/7 la terza serie è decisamente l’habitat naturale. Con i nuovi che oltre a portare il loro bagaglio tecnico e di esperienza dovranno però anche metabolizzare il know how di un gruppo i cui principi sono stati alla base del double conquistato sul campo.

La seconda ragione può sembrare banale. Ma non lo è affatto. La Pro Patria non è chiamata a vincere il prossimo campionato. Cioè, non dovrà fare i tre punti ogni domenica come occorso negli ultimi due mesi della stagione 2017/2018. Potrà quindi permettersi di crescere e di far crescere qualche giocatore con una pressione (forse) più gestibile di quella subita nei due campionati di D. Illusione? Può darsi. Ma siamo certi che squadra e società sapranno portare l’annata in quella direzione.

Tra una settimana esatta sarà già tempo di raduno. Due giorni più tardi la partenza per il ritiro di Sondalo. Tra 12 giorni il rendez-vous ad alta quota (in tutti i sensi) con il Torino, tra 27 la prima gara di Coppa Italia e tra 48 l’esordio in campionato. Appuntamenti a cui la Pro Patria sembra avvicinarsi con le idee già chiarissime.

Giovanni Castiglioni