Mentre il mondo continua a parlarci che la pallacanestro del futuro è fatta di giocatori senza ruoli con la “presunta” abolizione del ruolo di pivot, qui in Italia, e più precisamente a Varese, c’è un popolo letteralmente innamorato del proprio centro. Tyler Cain da Rochester, Minnesota, è l’assoluto protagonista di questo strepitoso inizio di stagione dei biancorossi. Così come strepitosa è stata la sua prova in Laguna che ha respinto ogni tentativo di Venezia di battere Varese. La aveva catalogata “Team win”, vittoria di squadra. A distanza di qualche giorno come rivivi l’impresa con l’Umana?
“Una vittoria di squadra. Ognuno di noi ha contribuito portando il suo mattoncino, ognuno ha dato il suo apporto sia in attacco che in difesa; è ciò che ci serviva per vincere, soprattutto fuori casa. Devo dire che questa è stata una vittoria molto importante per noi”.

10  trofeo lombardia pall va-cantù cainFacendo un altro passo indietro, l’anno scorso hai dovuto guadagnarti il consenso dei tifosi dato che in molti, all’inizio, preferivano Pelle in quintetto. Hai avvertito questo tipo di pressione?
“No, non sentivo assolutamente la pressione. Sapevo che Norvel era un buon giocatore, ma noi siamo due giocatori molto differenti l’uno dall’altro. Noi sapevamo fare tantissime cose differenti mentre eravamo sul parquet. Comunque sono dell’idea che non importa chi inizia la partita, non importa chi esce dalla panchina, l’unica cosa è contribuire a fare il bene della squadra”.

Scavando nel passato, nell’annata 2013/14 eri a Forlì. In un certo periodo della stagione, sui giornali locali il tuo nome è stato accostato più volte a un possibile passaggio in corsa a Varese. Ti ritenevi già pronto per il salto in A oppure i tre anni in Francia (Pau, Digione e Chalon-Reims nell’ordine) hanno contribuito a farti diventare il Cain di oggi?
“Io ritengo che già all’epoca ero pronto per il salto in serie A. Allo stesso modo ritengo giusto quanto affermato nella domanda: i tre anni passati in Francia mi hanno certamente aiutato a diventare il giocatore che sono oggi; è stato un lungo percorso, ma alla fine sono arrivato a Varese”.

Guardando alla cifre, l’anno scorso 9,5 punti e 9,1 rimbalzi. Quest’anno stai addirittura facendo meglio: 11 punti e 10,8 rimbalzi più una serie mostruosa di prove difensive. Qual è il tuo segreto?
“Non c’è nessun segreto se non il duro lavoro in palestra tutti i giorni. L’obiettivo di questa stagione è migliorare il mio gioco per disputare un’annata migliore di quella dell’anno scorso”.

04 OJM TRENTO06 cainAffrontate Torino: un grande coach come Larry Brown, ma porti scorrevoli con un turbinio di giocatori in entrata e in uscita che rendono difficile trovare degli equilibri. Sotto canestro troverai McAdoo e Cusin. Cosa ti aspetti da questa gara?
“Loro sono una buona squadra con giocatori di talento nonostante i tanti cambiamenti. Il coach non si discute assolutamente: Brown ha tantissima esperienza. Dobbiamo preparare la gara come al solito e non dobbiamo avere alcuna paura di quali giocatori incontreremo. Al massimo dobbiamo aver la giusta tensione su cosa noi dobbiamo fare in campo. Conosco molto meglio Cusin dato che l’ho già affrontato lo scorso anno mentre ammetto che di McAdoo conosco soltanto il nome. Io e Antonio dobbiamo scendere in campo concentrati e affamati per portare la gara dalla nostra parte”.

Matteo Gallo