È stata una delle partite più belle dell’anno, all’interno di una serie con tantissimi temi di interesse e che dà lustro all’intero basket italiano. Il risultato, però, ha sorriso a Brescia e non a Varese, nonostante i biancorossi – come in gara 1 – avessero comandato nel punteggio per più di tre quarti di partita. Un esito beffardo, amaro, che permette alla Germani di avere tre match point sulla sua racchetta.

La Openjobmetis ritorna a casa sotto 0-2 nella serie, ma dopo essere stata praticamente sempre in vantaggio nelle gare esterne. Una situazione paradossale, che dimostra la grande capacità che ha avuto Brescia nel rimanere psicologicamente sempre in partita, consapevole di avere una rotazione più lunga e di avere dei giocatori che hanno già vissuto questi momenti. Proprio i veterani, infatti, hanno saputo essere decisivi per coach Diana.

Michele Vitali e Brian Sacchetti durante il momento di difficoltà del primo tempo, Ben Ortner nel terzo periodo, Luca Vitali nel quarto finale. E soprattutto il solito David Moss, autore di una gara straordinaria – come spesso gli capita, soprattutto contro Varese – su entrambe le metà campo e chirurgico nel punire dagli angoli le incertezze difensive di uno spento Okoye. È questione di talento, di energie, ma anche e soprattutto di abitudine a giocare a questi livelli.

Varese di contro può rimproverarsi molto poco: con una rotazione fondamentalmente ridotta al quintetto base più Tambone (10 minuti per Delas, 5 per Natali e Ferrero, 3 per Dimsa) è mancata la lucidità nel finale, esattamente come in gara 1 dove però aveva forse fatto la differenza più che altro la tensione generata dall’impatto con i Playoff. La Openjobmetis è arrivata agli ultimi minuti con il fiato corto e l’uscita per falli di uno strepitoso Vene ha posto fine alla partita dei biancorossi in attacco.

Per la seconda volta consecutiva, Varese – questa volta migliorata nella gestione dei possessi – ha avuto le polveri bagnate dall’arco (6/28), un qualcosa che la OJM non può permettersi se vuole vincere in questa serie, anche alla luce del fatto che è stata in questo campionato una delle migliori squadre per percentuale dall’arco. Eppure, forse, ci sarebbe stato margine per un ultimo tiro proprio dalla distanza: sul -2 a 7” dalla fine, Okoye non ha visto Tambone libero sull’arco e ha tentato una complicatissima soluzione personale per il pareggio.

Il rammarico è tanto, ma anche la fiducia in questo momento non può che essere alta. Varese non deve farsi scoraggiare dalla capacità di Brescia di resistere alle scosse (la Germani è rientrata in gara da un -13 in gara 1 e da un -15 in gara 2) e deve limitarsi a pensare a quanto di buono fatto nelle due trasferte di questi giorni. A Masnago, poi, può essere un’altra musica. Il pubblico è pronto a provare a spingere Ferrero e compagni al successo.

Filippo Antonelli