Lo strepitoso girone di ritorno dello scorso campionato ha regalato alla Openjobmetis due opportunità: la possibilità di giocare di nuovo i playoff dopo cinque anni di assenza e quella di iscriversi ad una delle coppe europee organizzate da FIBA. Varese ha partecipato nella stagione 2014/2015 alla FIBA Europe Cup (all’epoca la terza coppa europea) arrivando in finale e un anno dopo alla FIBA Champions League, rimediando un’eliminazione nel girone.

La notizia lanciata questa mattina da La Prealpina è che la dirigenza biancorossa ha accolto con favore questa chance, scegliendo però di rifiutare il gravoso impegno della Champions: un girone così lungo e con avversarie di quel livello richiede un roster adeguato ed attrezzato e Varese non si sente pronta per affrontare di nuovo questo tipo di avventura. Sarà invece la FIBA Europe Cup (vinta l’anno scorso da Venezia in finale contro Avellino) il palcoscenico prescelto.

Questa competizione prevede – almeno nelle fasi iniziali – un impegno molto più alla portata: innanzitutto per la composizione dei gironi nelle prime due fasi, con appena quattro squadre. Ipotizzando un’avanzata nel tabellone – auspicabile, in considerazione del basso livello delle formazioni che disputano la fase a gironi – Varese si troverebbe a giocare dodici partite complessive prima dell’approdo agli ottavi di finale. Il solo girone di Champions comprende quattordici gare.

Come scritto poc’anzi, in aggiunta, la FIBA Europe Cup offre fino agli ottavi un cammino tutto sommato agevole per una formazione di un campionato di primo piano: la parte difficile, di fatto, arriva a partire dagli ottavi di finale, quando entrano in gioco le eliminate dalla Champions. Un anno fa le due finaliste – le italiane Venezia ed Avellino – provenivano proprio dal girone di Champions League; tra le altre quattro eliminate dalla competizione principale, uscita agli ottavi per Sassari, Ostenda e Ventspils, ai quarti per i lituani della Juventus.

Volendo fare un po’ di geografia di questa coppa, basandoci sull’organico dello scorso anno (quello per la stagione 2018/2019 dev’essere ancora definito e, oltretutto, comprenderà diverse eliminate dai preliminari di Champions), ai nastri di partenza dell’edizione 2017/2018 si presentarono in prevalenza squadre ungheresi (4) e belghe (4). Solamente Russia (2), Portogallo (2), Bulgaria (2) e Turchia (2), tra le altre nazioni rappresentate, potevano vantare più di una partecipante.

La dirigenza biancorossa spera che la vetrina europea possa essere d’aiuto nell’allestimento del roster. Sebbene Avramovic – a meno di proposte irrinunciabili – sia già orientato a rimanere, la possibilità di giocare da protagonista in una coppa europea può essere la motivazione definitiva per sposare la causa biancorossa per un altro (ultimo?) anno.

Così come la notizia della partecipazione alla FIBA Europe Cup potrebbe sbloccare un altro fronte, quello dell’italiano di livello che manca alla Openjobmetis per approcciare il passaggio al 6+6: Antonio Iannuzzi sta trattando la risoluzione con Torino ed è conteso da Brindisi e Varese. L’ala italiana ha già giocato a Brindisi nella seconda parte della scorsa stagione e potrebbe dunque scegliere di rimanere in Puglia, ma Varese ora può giocarsi una nuova carta. E chissà che non sia quella decisiva.

Filippo Antonelli