Peggio di così non poteva andare. La stagione appena conclusa del Varese Calcio ha lasciato il segno in Michele Ferri, il capitano che si aspettava tutt’altro.
“Nella mia lunga carriera non mi era mai successo se non nei due mesi finali di due stagioni fa sempre a Varese. Poi, l’estate scorsa, le cose sembravano essersi sistemate, anche se non del tutto, e alla fine i problemi sono tornati a galla peggio di prima”.

Sul periodo vissuto da novembre in avanti sentenzia: “Quello non è calcio e non auguro a nessun collega di vivere una situazione del genere”. La squadra ha cambiato volto a dicembre trasformandosi in un guppo giovanissimo: “Anche io ho avuto la possibilità di andare via, potevo andare in una società e avere uno stipendio regolare; ma in carriera sono sempre stato un professionista serio e ho preferito rispettare gli accordi e gli impegni che avevo preso. Non so se ho fatto bene o no, ma mollare non mi sembrava giusto e poi c’era qualche spiraglio che invece è stata solo un’illusione. Non sono stati mantenuti gli impegni”.

Il peggio però doveva ancora arrivare. La retrocessione non sembrava possibile e invece è arrivata ai playout sul campo di Voghera: “Noi ce l’abbiamo messa tutta, ma gli altri sono stati più bravi di noi, bisogna essere onesti e realisti. La partita è stata equilibrata, gli avversari hanno sfruttato gli episodi. Noi non ci siamo tirati indietro come qualcuno ha pensato. Quella chiacchierata coi tifosi prima del fischio d’inizio è stata una vergogna. Sentirci dire certe cose mi ha provocato dello schifo perché l’ho trovato ingiusto. Se volevamo venderci le partite saremmo retrocessi prima. Infangare le persone non lo trovo giusto, è stata una parentesi triste che in tanti anni non mi era mai capitata”.

E adesso? Voci di mercato lo danno al Busto 81: “Ci sono state un po’ di chiacchierate – conferma il difensore di Busto Arsizio -, ma nulla di concreto. Avevo parlato anche col Varese tempo fa, ma poi nessuno si è più fatto sentire. Non ho ancora deciso il da farsi, magari potrei anche iniziare a pensare al dopo calcio giocato. Non lo so ancora, vedremo”.

Elisa Cascioli