Una parte della strada costeggia il lago di Varese. Il tragitto è piacevole da percorrere quando c’è il sole e si vedono atleti e famiglie in movimento lungo la pista ciclabile. L’appuntamento è poco dopo Daverio, a Crosio della Valle, dove c’è il suo ufficio, sopra lo spaccio del Salumificio. E’ qui che incontriamo Marco Colombo, CEO dell’azienda di famiglia, imprenditore molto seguito sui social per l’attività di promozione del Made in Varese. Tra gli ultimi prodotti proposti quello più particolare è il salamino al Gorgonzola, in collaborazione con un colosso del settore agroalimentare come IGOR che quest’anno ha festeggiato il primo scudetto di Novara nella pallavolo femminile: Colombo_Leonardi“Fabio Leonardi, patron della pallavolo Novara, è un personaggio straordinario – racconta Marco Colombo – siamo entrati subito in sintonia per alcuni tratti del carattere che abbiamo in comune. Entusiasmo, voglia di fare senza accontentarsi dei traguardi raggiunti aiutano in campo imprenditoriale, sportivo e nella vita in generale. Poi ci devono essere competenza e passione. Il lato umano è quello che fa la differenza. E poi conta l’amore per la propria terra con la voglia di aiutare realtà ricche di valori sani come le società sportive. I risultati in un modo o nell’altro arrivano”.

Colombo_PirolaAnche il Salumificio Colombo ha fatto qualcosa per la pallavolo in provincia di Varese. “Non scherziamo –interrompe Colombo – una cosa è essere al timone di una società, un’altra è dare un piccolo contributo come abbiamo fatto in qualche occasione. Vediamo spesso le squadre sportive offrire a quelle ospiti prodotti tipici del territorio in cui arrivano. Sport e enogastronomia rappresentano il più bel biglietto da visita di una provincia, anche per la nostra. Abbiamo sposato alcune iniziative di Italia Foodball Club e ci siamo trovati a collaborare con Busto Arsizio e Orago. Il mondo della pallavolo femminile nel Varesotto è ricco di tradizione e risultati. Eccellenze della tavola insieme a quelle dello sport. Grazie all’amico Giuseppe Pirola, presidente della Unet Busto Arsizio, lo scorso anno abbiamo fatto gustare alle atlete del Palayamamay salumi e formaggi varesini. Abbiamo anche collaborato con Angelo Gozzini e il Progetto Volley Orago, accanto al “guru” del volley femminile giovanile Giuseppe Bosetti che ha particolarmente gradito i nostri prodotti”.

Di sicuro a coach Bosetti e alla moglie Franca Bardelli, oggi allenatori in Turchia, mancheranno i gusti dell’Italia e della nostra provincia. Passando dalla pallavolo al calcio: abbiamo visto sui social alcune foto che la ritraggono insieme a Gabriele Ciavarella, il primo presidente del Varese Calcio: “Sì, è da poco entrato a fare parte di AIME (l’Associazione Imprenditori Europei, n.d.r.), lo vedo sinceramente dispiaciuto per le difficoltà che sta incontrando la squadra che ha creato e soprattutto per la disaffezione che si respira attorno ai biancorossi. Del resto quando mancano i risultati si finisce in un tunnel che diventa più buio dopo ogni sconfitta. Fare sport a Varese è comunque difficile. Tutti ricordano i tempi di Borghi, un grande mecenate, ma non solo”.

Cosa vuole dire?
“Ho avuto modo di conoscere alcuni aspetti di Giovanni Borghi grazie a un documentario di Vito Romaniello che ho visto in televisione. Credo che quei successi fossero arrivati da qualcosa che va al di là della capacità economica da investire in una società sportiva. Il “Cumenda” ha sempre messo al centro di tutto l’uomo. Ricordo le testimonianze di Maroso o Zanatta quando ricordavano il suo vocione e la capacità di caricare gli atleti soprattutto nei momenti più difficili. Hanno parlato di incredibili vittorie in rimonta. Come quelle del Varese di Sannino che sempre Romaniello ha raccontato in un Teatro Apollonio gremito da studenti incantati dalla storia di quell’allenatore. Credo che questo debba essere valido anche per la città: Varese può e deve partire in rimonta. Questa volta è il campo che può dare insegnamenti utili per la vita quotidiana e per una giusta politica, visto che ci troviamo in piena campagna elettorale”.

Simona Romaniello