Dire che è successo di tutto al Luino Maccagno è poco perché quando ti guardi indietro e ti rendi conto che hai avuto a che fare con una stagione davvero incredibile, fatta di una miriade di episodi a cui si fa quasi fatica a credere, allora capisci che quelle salvezza tanto desiderata ed alla fine raggiunta può essere paragonata solo ad un mezzo miracolo.
Tra infortuni, squalifiche, cambio di mister, episodi calcistici e non, è davvero successo di tutto a Luino Maccagno, compreso quel girone che d’un tratto si è ridotto a 14 squadre e che ha confermato una sola retrocessione da disputare fra ultima e penultima classificata a patto che i punti di distacco non fossero più di 6. E così, aggrappati con le unghie e con i denti a questa speranza, dopo che l’andata li avevi visti chiudere con un misero punticino in classifica, è venuta fuori una cavalcata valsa la permanenza in prima categoria che difficilmente si può raccontare a parole. A Luino confermarlo è lo stesso tecnico Stefano Albertoli:Non succede ma se succede: voglio partire da questo, dal nostro modo che ci ha accompagnato per tutti questi mesi, ci abbiamo sempre creduto, in ogni momento, è successo qualcosa di incredibile che non dimenticheremo mai”. “Descrivere questi mesi è difficile, è successo di tutto – prosegue il tecnico – ma è successo anche che il gruppo è diventato sempre più gruppo, unito in ogni momento, pronto a dare il massimo, ad ogni allenamento avevo 20 ragazzi, ci si è allenati con la febbre, con i cerotti, denti stretti e cuore in mano, è così che abbiamo costruito questo capolavoro”.
È quindi il gruppo che ha fatto la differenza?
Io alleno le prime squadre da circa 10 anni e garantisco che mai come in questa stagione ho visto ragazzi finire in panchina ed avere sempre la parola giusta per il proprio compagno, la pacca di conforto, ma quello che mi ha stupito di più è stata la crescita, la maturazione, non ho mai visto atleti maturare così tanto e così in fretta, il playout con il Cairate lo dimostra ampiamente”.
A proposito di questo, che gare sono state? Come vi siete presentati?
Dopo aver centrato l’obiettivo post season abbiamo raccolto tutte le energie e ci siamo tuffati in questi 180 minuti; qualcuno aveva un po’ di preoccupazione perché l’ultima di campionato era stata proprio contro il Cairate ed avevamo perso 4 a 0, io invece sono sempre stato tranquillo e sicuro che ce l’avremmo fatta nonostante l’unico mezzo per gioire fosse la vittoria e così all’andata abbiamo vinto 2 a 0, grazie anche ad un rigore parato da Braccio che penso sia stato un episodio chiave, al ritorno ci siamo ripetuti vincendo 2 a 1, ma ripeto mentre guardavo questi ragazzi scaldarsi ho capito che stavamo per farcela”. Perché? Cosa ti spingeva a pensarlo? E cosa gli hai detto?Ho visto il fuoco addosso a questi ragazzi, ho capito che Cairate fosse al nostro livello perché il risultato di campionato mi è parso un po’ bugiardo, ma soprattutto lo ribadisco ho visto questo gruppo crescere in maniera esponenziale, doveva arrivare il nostro momento, è arrivato al momento giusto e quando gli ho parlato prima di domenica ho detto loro che non avremmo dovuto avere paura e che non era contemplato un atteggiamento difensivo, mi hanno ascoltato e ce l’abbiamo fatta”.
simone lucchino luino maccagnoÈ vero che di questa squadra hanno fatto parte giocatori che non avevano mai giocato in categoria?
Sì, certo, alcuni ragazzi sono arrivati dal csi, la maggior parte dalle giovanili e poi c’è la storia di Cerinotti che l’anno scorso giocava in serie A ad hockey, credo si spieghi da sola”.
Cosa ti è rimasto di più di questa esperienza?
Non voglio sembrare banale ma io ho imparato tanto da questi ragazzi, davvero, gli devo un grazie enorme perché questa è stata un’impresa ma il merito è tutto loro, io ed il ds Castorino abbiamo fatto del nostro meglio, e voglio ringraziare anche il presidente Renato Bregani e Antonio Marchio che si sono sempre messi a nostra disposizione, non ci hanno fatto mancare nulla, grazie anche al mio secondo Paolo Pardo, altra persona squisita con una voglia incredibile, è stato il collante di tutto e gli auguro un futuro ricco di soddisfazioni, ma ripeto qui c’è un merito enorme che va a questi uomini”.
Adesso cosa succede? Il futuro sarà ancora a tinte rossoblù?
Onestamente non lo so, ci siamo goduti la festa, parleremo tra qualche giorno, ma quello che mi auguro più di tutto è che a questa squadra sia data una possibilità, questo gruppo non l’ho mai visto litigare o avere uno screzio ed è l’esempio lampante che anche i giovani hanno voglia e desiderano mettersi in gioco, scommettete su di loro”.
Il Luino Maccagno resta così in prima categoria: non succede ma se succede…alla fine, è successo per davvero.

Mariella Lamonica