Ivan Stincone è ufficialmente il nuovo allenatore del Morazzone e sarà lui a guidare i rossoblù nel campionato di Promozione 2018/2019. 31enne comasco e che di lavoro si occupa della privacy in un’azienda di Cantù, Stincone si appresta a sedersi per la prima volta sulla panchina di una prima squadra, ma ha già le idee piuttosto chiare e ha fatto tanta esperienza e altrettanta gavetta. Se come giocatore era un discreto difensore centrale in Prima Categoria (all’Ardisci e Spera), come mister è uno tra i più giovani e promettenti in circolazione.

Ripercorriamo le tappe della tua carriera. Quando hai cominciato?
“Ho iniziato ad allenare da giovanissimo perché mi sono sempre sentito più portato per questo ruolo piuttosto che per giocare. La mia prima squadra è stata il Como e nei miei primi due anni sono stato mister nelle giovanili comasche; sono passato poi al Pavia e al secondo anno in quella società ho guidato la Berretti. Dopo una stagione come vice di Dossena al Vallée d’Aoste in Serie D, sono tornato in zona con gli Allievi e i Giovanissimi regionali dell’Ardisci e Spera; successivamente ho portato la Juniores Nazionale del Fenegrò fino alla finale nazionale dopo un’annata incredibile e ho affiancato il mister della prima squadra nel cammino verso il raggiungimento della salvezza in Eccellenza. L’anno scorso il lavoro non mi ha permesso di prendere impegni, ma ora sono pronto e ringrazio il Morazzone per avermi dato fiducia”.

Com’è nato il contatto con il Morazzone?
“Conosco bene il direttore sportivo Marco Dallo. Ci siamo incontrati per la prima volta tre anni fa su un campo da calcio e ci siamo sfidati con le rispettive squadre Juniores. E’ una persona che stimo molto ed è una mosca bianca nel mondo del calcio: è limpido e dice le cose come stanno. Ci siamo trovati d’accordo e mi ha dato questa importante possibilità. A dire il vero, avrei potuto iniziare il mio percorso in panchina con il Morazzone già la stagione scorsa, ma poi il tutto non si è concretizzato. A distanza di qualche tempo, però, ho avuto ancora questa chance e ne sono felice”.

Che tipo di allenatore sei? Come ti descrivi?
“Cerco sempre di adattarmi e di tirare fuori il meglio dagli elementi che ho a disposizione, ma sicuramente mi piace valorizzare i giovani e farli crescere di anno in anno. Sono molto esigente con me stesso e pretendo tanto anche dagli altri”.

Che idea ti sei fatto del campionato di Promozione?
“Quest’anno ho visto tante partite del girone A, un campionato che ho imparato a conoscere. Credo che sia un torneo sempre molto difficile e piuttosto equilibrato e la chiave per rimanere nelle zone che contano è la continuità. Se la mia squadra avrà la capacità di mantenere un buon ritmo e una buona media punti faremo una stagione positiva”.

Che Morazzone vedremo? E quali sono gli obiettivi che vi siete posti?
“Ciò che mi preme più di tutto è il lavoro in allenamento che deve essere costante e di alto livello. Mi piace che la mia squadra sia equilibrata, che imponga il gioco e che sappia aggredire gli avversari con un pressing organizzato. Non ho un unico modulo, ma sicuramente giocherò con la difesa a 4. Poi, per il resto, cercherò di leggere le situazioni e di adattarmi, magari portando correzioni anche in corso d’opera. Quanto agli obiettivi, vogliamo fare bene e disputare un buon campionato”.

Sul mercato come si sta muovendo il Morazzone?
“Sarà confermato gran parte del blocco della passata stagione, ma arriverà almeno una pedina importante per reparto. Abbiamo già qualche ottimo giovane in casa e qualcun altro arriverà sicuramente e sarà mio compito valorizzarne le caratteristiche. Per il momento ci stiamo guardando attorno a 360° e tra qualche settimana metteremo le firme nero su bianco. Ciò che pretenderò da tutti gli elementi che avrò a disposizione sarà la fame, il desiderio di fare bene e di dimostrare il proprio valore e il mettersi in gioco per arrivare in alto. I miei giocatori devono avere soprattutto queste caratteristiche”.

Non ti preoccupa il fatto che sarai coetaneo di alcuni calciatori, di altri sarai poco più vecchio e di altri addirittura più giovane?
“Non vorrei risultare presuntuoso, ma non ritengo che questo sia un problema. Voglio riuscire velocemente a creare buoni rapporti con il gruppo, avere la fiducia dei ragazzi e porre delle base solide. La credibilità non dipende dall’età ma dalle conoscenze”.

Laura Paganini