Nella serata del 28 luglio è cominciata ufficialmente la stagione del Legnano, con l’abbraccio tra squadra e tifosi nella consueta cornice offerta dal “Giovanni Mari”. Il presidente Munafò ha promesso ai tifosi la Serie D e, per farlo, ha scelto l’esperienza di Giampiero Erbetta in panchina.
Il tecnico classe ’54 non ha esitato un istante a sposare la causa lilla: “Quando ti chiama una squadra come il Legnano non puoi dire di no, viene prima di chiunque altro. Sono stato contattato poco prima della fine del campionato, ho visto le ultime partite, per cui ho avuto il tempo di immergermi gradualmente nel mondo Legnano. Come ho detto durante la presentazione di sabato scorso, si avverte subito il peso della piazza che vuole e merita un palcoscenico migliore; lavoreremo per far avverare questo sogno”.
Il Legnano riparte dunque con entusiasmo sperando di dimenticare in fretta la scorsa stagione. “In passato la società ha commesso degli errori – continua Erbetta – riconosciuti con umiltà dal presidente. Del resto tutti sbagliano, ma la maturità sta nell’ammettere gli errori e nel lavorare per non ricommetterli in futuro. Munafò, insieme ai suoi collaboratori e al sottoscritto, ha avviato un progetto per riportare il Legnano dove merita attraverso tre passaggi fondamentali: serietà, passione e impegno. È anche per questo che ho accettato l’incarico, oltre al blasone e alla tifoseria c’è un progetto serio che coinvolge tutti. Inoltre la passione della famiglia Munafò è davvero contagiosa e mette voglia di fare; spero di essere ricordato come l’allenatore che ha riportato il Legnano in Serie D”.
Come procede il mercato? “Bene, attraverso il lavoro giornaliero insieme al ds Salese e il dg Capocci stiamo cercando di costruire una rosa competitiva. All’inizio abbiamo individuato due o tre profili ideali per reparto e finora siamo in linea con le aspettative. I primi 15 giorni di preparazione saranno determinanti per capire a che punto siamo arrivati e in base alle valutazioni che faremo vedremo se intervenire ancora. A livello economico va detto che il presidente non è certamente uno che si tira indietro, ma l’obiettivo non è spendere più degli altri, bensì sfruttare al meglio il budget stabilito ad inizio stagione per rinforzare la squadra con acquisti mirati”.
Indipendentemente dall’organico, che Legnano vedremo la prossima stagione? “Dai tempi di Sacchi e Trapattoni persiste il dilemma tra calcio di quantità e calcio di qualità. Personalmente credo che nessun allenatore voglia giocare bene e perdere; quello che conta sono i risultati. Diciamo però che giocando bene è più probabile vincere. Alla preparazione tecnico-tattica bisognerà dunque unire una preparazione mentale e agonistica per creare un mix che ci porterà a far bene. C’è un allenatore a cui m’ispiro? Ho superato da parecchio l’età per ispirarmi a qualcuno. Sicuramente anche fra i grandi allenatori italiani c’è qualcuno che ricalca in parte qualcun altro, ma poi ognuno ha una sua filosofia com’è giusto che sia”.
Parlando del campionato, quali saranno le avversarie principali del Legnano? “Giovedì ci sono stati i sorteggi, ma è assurdo che vengano prima stabiliti i gironi e poi decisi i ripescaggi. Avere tre squadre (Varese, Varesina e Busto 81 ndr) che ambiscono al ripescaggio in Serie D è anomalo e questo potrebbe portare ad uno sconvolgimento del girone. In ogni caso credo che una delle squadre più pericolose sia il Fenegrò, ma non dimentichiamoci di Verbano, Sestese, Union Villa Cassano e tante altre”.
 Sul Fenegrò… “Mi hanno fatto fare delle ferie dorate – scherza Erbetta –. Per il resto conosco la gran parte dei giocatori, molti dei quali ho avuto il piacere di allenare, e sono sicuro che il Fenegrò sarà tra le favorite. Chi vincerà? Secondo me vincerà la squadra che saprà unire al valore tecnico il valore del collettivo; ovviamente spero che questa squadra sia il Legnano”.
La Coppa Italia è un obiettivo del Legnano? “Non è un obiettivo primario, ma dobbiamo onorare la competizione. Attualmente la rosa è troppo corta per ambire a far bene sia in campionato sia in coppa, ma andando ad aggiungere troppi tasselli si rischia poi l’effetto contrario, ovvero avere un problema di sovrabbondanza nel corso del campionato. Diciamo che dobbiamo onorare ogni competizione vivendo alla giornata, poi si vedrà”.
Matteo Carraro